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Medici ospedali Trentino, studio: tre su 4 vogliono lasciare

Medici ospedali Trentino, studio: tre su 4 vogliono lasciare

Il sindacato Cimo: "Troppa burocrazia, mancano cento dottori"

TRENTO, 16 febbraio 2022, 11:56

Redazione ANSA

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Stanchi, sfiduciati, "aggrediti" dalla burocrazia e in cerca di una via di fuga, all'estero o nella sanità privata. È questo il quadro che emerge dallo studio effettuato dal sindacato Cimo-Fesmed tra i medici ospedalieri trentini. I risultati - estrapolati da un'indagine a livello nazionale - sono stati illustrati questa mattina, dalla presidente di Cimo-Fesmed Trentino, Sonia Brugnara, nelle sede di Confcommercio a Trento.
    Secondo lo studio (sono 153 i medici ospedalieri che hanno risposto), il 69% degli intervistati non rinnega la scelta della professione medica, ma solo il 26,6% tornerebbe a lavorare negli ospedali pubblici. Il 29,5% vorrebbe anticipare la pensione, il 18,6% sceglierebbe l'estero e il 17,5% vorrebbe lavorare nelle strutture private. Sull'esito pesa il gap tra aspettative iniziali e successive che crollano sia in termini di carriera che retributiva.
    Per quanto riguarda l'orario di lavoro, solo il 9,1% dichiara di veder rispettato il tetto contrattuale delle 38 ore minime settimanali, mentre il 63% arriva a 48 (il massimo consentito dalla legge) e il 27,9% supera anche le 48 ore. Il che si traduce in un cumulo di ferie diffuso: solo il 22,7% non ha residuo a fine anno, mentre il 5,2% supera addirittura i cento giorni da smaltire. Secondo lo studio - ha sottolineato Brugnara - questo surplus di ore lavorate corrisponde ad un centinaio di medici che mancano negli ospedali trentini.
    A pesare sulla sfiducia del medico ospedaliero c'è soprattutto la burocrazia, ritenuta eccessiva dal 70,8% degli intervistati, mentre la parte relativa all'ascolta del paziente soddisfa solo il 35,7%. Il dato crolla sulla formazione, ritenuta adeguata dal 4,5%.
    I dati rispecchiano quelli nazionali. Guido Quici, presidente nazionale di Cimo, ha spiegato che sulle aspettative di carriera crollate pesa la chiusura dal 2009 al 2019 di 11.500 strutture semplici e complesse in Italia. Nello stesso arco temporale, il numero di medici negli ospedali italiani è diminuito di 5.500 unità.
   

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