"Quante cose mi mordono il cuore".
Acarnesi, prima commedia di un giovanissimo Aristofane, comincia
così, con un verso ferocemente moderno, degno di un Baudelaire o
di un Whitman. Pur essendo in un altro millennio, ora come
allora la guerra è drammaticamente attuale. E Acarnesi Stop the
War! è il titolo-grido dello spettacolo che, sabato 3 giugno
alle 21, arriva al Teatro Alighieri di Ravenna dopo il debutto a
Pompei, nell'ambito di quel dialogo fra Ravenna Festival, il
Parco Archeologico di Pompei e Ravenna Teatro/Teatro delle Albe
dopo lo spettacolo Uccelli del 2022.
Anche quest'anno Marco Martinelli "rimette in vita" un
capolavoro del commediografo greco, facendogli scorrere nelle
vene l'esplosiva vis comica degli adolescenti del territorio
vesuviano. Con le musiche di Ambrogio Sparagna e le luci di
Vincent Longuemare, Acarnesi Stop the War! racconta della tregua
separata che Diceopoli, un contadino ormai stanco di guerra,
stringe con gli Spartani, così guadagnandosi l'ostilità degli
abitanti del demo ateniese di Acarne… quegli Acarnesi a cui
Diceopoli insegnerà che servire la patria significa prima di
tutto servire la Pace. Una riflessione che non poteva mancare
all'appello in questa XXXIV edizione di Ravenna Festival, che
nel centenario della nascita di Calvino e nel titolo "Le città
invisibili" ha trovato un felice pretesto per riflettere sulla
duplice natura della città, emblema della comunità e della sua
crisi.
"Il mondo 'peggiora per quanto invecchia', diceva un grande
classico, e oggi come allora è insanguinato dalle guerre.
Aristofane scrive la sua prima commedia a diciotto anni,
Acarnesi, contro la guerra del Peloponneso che stava devastando
Atene - spiega Marco Martinelli -. Con la sua vena sulfurea e
surreale, Aristofane si scaglia contro il grande male della
violenza che avvelena la democrazia nascente. A incarnare
l'adolescente infuriato che da sempre consideriamo il padre
della commedia antica, saranno adolescenti di Pompei, Torre del
Greco, Castellammare di Stabia: dalla loro rabbia e dai loro
desideri ho ricavato la drammaturgia per raccontare l'inquieto
presente".
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