(di Antonella Brianda)
È un'usanza molto radicata nella
tradizione sarda: non c'è celebrazione di un matrimonio a cui
non segua, non appena i novelli sposi escono dalla chiesa o dal
municipio, una pioggia di chicchi di riso e la rottura a pochi
passi dai piedi della sposa, di qualche piatto di coccio, meglio
se vecchio e appartenente da tempo alla famiglia, ricolmo di
petali di rose, foglie, caramelle, monetine, grano e riso. "Sa
'ratzia", ovvero "la grazia", come viene chiamata, è un gesto di
affetto e buon augurio che quasi sempre, nell'usanza della
Sardegna, viene riservato agli sposi da qualche zia devota. Se
il piatto non si rompe al suo lancio, i più scaramantici ci
leggono un presagio di sciagure o un futuro incerto per gli
sposi e la loro vita nuziale.
In Gallura, così come nella Baronia dove la tradizione è
forte e radicata, non c'è matrimonio senza rottura di almeno un
piatto e i bambini che assistono alla cerimonia sanno che al
suono di cocci rotti seguirà sempre una corsa tra le gambe degli
invitati e degli sposi per accaparrarsi le caramelle e le
monetine che il piatto conteneva.
Ma le tradizioni, si sa, spesso vengono cambiate e a Olbia il
sindaco Settimo Nezzi, pur consapevole del suo forte connotato
simbolico, ha deciso di vietare proprio la rottura dei piatti in
tutto il territorio comunale, in occasione dello svolgimento di
funzioni matrimoniali. L'ordinanza sindacale è stata firmata
oggi e arriva per questioni di "decoro urbano, sicurezza,
incolumità delle persone" a causa del poco tatto dei
festeggianti nel non ripulire i sagrati delle chiese o lo spazio
in via Dante davanti al palazzo del Municipio.
"La rottura dei piatti, sebbene rappresenti un significativo
momento della nostra tradizione, è causa di pericolo perché ci
si può facilmente ferire e tagliare con i cocci, poiché questi
vengono abbandonati nella pubblica via dai partecipanti - spiega
il primo cittadino - Il sistematico abbandono dei frammenti a
seguito delle celebrazioni, ci ha portati a prevedere la
prescrizione perché, oltre a costituire fonte di pericolo per i
malcapitati passanti, reca grave pregiudizio al decoro urbano e
all'immagine della città".
Da 25 a 500 euro è la sanzione amministrativa in cui si
incorre se non si rispetterà, d'ora in poi, il divieto. Se la
scrittrice premio Nobel Grazia Deledda avesse narrato oggi le
tradizioni della sua terra, non avrebbe potuto raccontare di "Sa
'ratzia", come invece ha fatto in uno dei suoi scritti.
Quantomeno, non avrebbe potuto scriverne per la città di Olbia,
dove adesso la tradizione è stata bandita.
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