Esclusa perché incinta,
l'amministrazione non ammette prova da remoto, ma il Tar
accoglie il ricorso e dispone la riconvocazione della candidata.
Aveva partecipato al concorso per 110 vice ispettori tecnici di
Polizia e dopo, aver superato le prove, era stata ammessa
all'orale. Poiché era all'ottavo mese di gravidanza con rischio
di parto pretermine, e non potendosi spostare dalla Sicilia a
Roma, sede della prova, aveva chiesto tramite pec di essere
esaminata da remoto, spiegando anche la motivazione della
richiesta.
L'amministrazione, però, non solo non ha mai dato seguito
alla pec ma ha persino escluso la candidata dalla selezione
poiché non presente alla data prefissata per l'orale.
"Siamo lieti che i giudici del Tar abbiano accolto il ricorso
- spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Raimonda
Riolo dello studio legale Leone-Fell & C. che hanno difeso la
candidata siciliana - e abbiano disposto la riconvocazione della
ricorrente. La gravidanza non può e non deve essere considerata
un ostacolo né lavorativo né tantomeno concorsuale, ma un
diritto che va tutelato e difeso".
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