"Quanti morti servono per
istituire il reato di omicidio sul lavoro?". E' la domanda che
si pone il Coordinamento Usb Lavoro Privato Abruzzo e Molise in
una nota dove dichiara: "Incredibile ma vero, è accaduto di
nuovo! L'esplosione alla Esplodenti Sabino di Casalbordino, che
ha causato tre morti, sembra un film horror già visto, nel 2020,
in un'altra deflagrazione, avevano perso la vita altrettanti
lavoratori e nel passato vi erano state altre situazioni simili
con morti e feriti gravi. Si era detto 'mai più' invece ci
risiamo. I lavoratori pagano con la vita un sistema di controlli
che non funziona, che non previene e che non punisce chi manda
al massacro i lavoratori. Non dimentichiamo che un altro
lavoratore di un'azienda dello stesso settore, nel Teramano, ha
perso la vita a febbraio e che la conta dei morti in Abruzzo
aumenta di anno in anno".
"Ribadiamo - prosegue la nota - che la politica deve
intervenire e crediamo, come abbiamo proposto a tutti i gruppi
consiliari regionali il 4 dicembre 2022 in occasione dello
sciopero generale, che è necessario potenziare gli organici
degli enti di controllo delle Asl e attuare una loro riforma
profonda per non lasciare scampo a chi non rispetta le regole.
Alle aziende che violano le leggi sulla sicurezza va sospesa
l'attività e prevedere dei controlli stringenti periodici:
meglio lavoratori cassintegrati che morti. Ribadiamo con forza
che bisogna introdurre un reato specifico nella legislazione: il
reato di omicidio sul lavoro".
Usb e Rete Iside "hanno lanciato la campagna di raccolta
firme per la proposta di legge di iniziativa popolare che
istituisce questo reato. Basta con le interviste piene di
costernazione da parte dei politici, non più credibili, e basta
anche con le finte rimostranze di Cgil, Cisl e Uil".
"Chiederemo formalmente al Prefetto di Chieti e alle altre
Prefetture una convocazione immediata e l'istituzione di una
commissione permanente sulla sicurezza. Se i lavoratori muoiono
- conclude la nota - il minimo è che i responsabili vadano in
galera".
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