Manifesti con l'Ultima Cena ma anche
con dei gelati: interviene l'arcivescovo di Fermo, Rocco
Pennacchio. "Ci possono essere tanti modi per fare pubblicità, -
afferma - legittimi e a volte anche provocatori. Ma quando si va
sull'aspetto religioso della vita bisogna astenersi, perché la
sensibilità delle persone può essere toccata".
Il vescovo di Fermo ha detto la sua, nel corso di
un'intervista a una radio locale, sul caso dei manifesti
pubblicitari di una gelateria di Porto San Giorgio (Fermo). "Io
non amo molto i proverbi, che a volte sono cinici, - prosegue -
però ce ne sono alcuni che, secondo me, funzionano, come quello
che dice 'gioca coi fanti ma lascia stare i santi'". Pennacchio
parla anche dei social, dove, a suo dire "non è possibile
distinguere quello che può essere un errore o una sbavatura,
come può essere stato un manifesto, dall'entità in sé: non si
deve condannare una gelateria solo perché magari non si è
d'accordo con un manifesto". "Allo stesso tempo se come Chiesa
abbiamo da dire un pensiero non possiamo, per timore di avere un
effetto controproducente, non parlare. Ecco, - conclude -
dobbiamo essere liberi di esprimere la nostra opinione nel
rispetto. Come Chiesa, stimiamo tanto quelli che lavorano e a me
dispiace che possa essere accaduta questa situazione, ma
immagino che in futuro si potrà essere più prudenti".
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