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'Tortura in carcere', si discute dell'archiviazione per 120

'Tortura in carcere', si discute dell'archiviazione per 120

Rinvio al 2 maggio, Antigone ammessa come persona offesa

MODENA, 21 marzo 2024, 19:18

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

A Modena è stata rinviata al 2 maggio l'udienza dove si discute dell'opposizione all'archiviazione del fascicolo che ipotizza il reato di tortura, a carico di 120 appartenenti alla Penitenziaria, in relazione a quanto accaduto l'8 marzo del 2020 all'interno del carcere di Sant'Anna nel corso della rivolta a seguito della quale morirono nove detenuti (uno dopo il trasferimento ad Ascoli).
    In mattinata le parti si sono trovate in aula dopo che un primo fascicolo legato proprio alle cause dei decessi è stato archiviato (pende un ricorso alla Cedu), mentre resta aperto il filone relativo alle presunte responsabilità alla base della rivolta stessa. Il giudice ha respinto la richiesta di un difensore di uno degli indagati di estromettere l'associazione Antigone (che si oppone appunto all'archiviazione), diversamente da quanto successo nel caso delle morti, dove un altro gip aveva dichiarato inammissibile l'intervento.
    "Ci sono molte testimonianze di detenuti che si erano consegnati alla polizia e che invece sono stati malmenati - spiega l'avvocato di Antigone, Simona Filippi - L'8 marzo sono passati 4 anni, il tempo non aiuta, ma siamo fiduciosi.
    Ricordiamo che c'è comunque un ricorso pendente alla Corte europea".
    "Abbiamo illustrato al giudice tutte le nostre considerazioni tese ad evidenziare l'insufficienza delle indagini preliminari espletate e soprattutto la valutazione finale adottata dalla Procura. Riteniamo che questa vicenda, la tragedia più grande in un carcere italiano che la storia repubblicana ricordi, e questa città meritino che la verità su quanto accaduto quel giorno sia accertata con il metodo che la storia giuridica internazionale ha acclarato come il più affidabile: un processo dove la prova si formi nel contraddittorio tra le parti. Ed in presenza di innumerevoli coni d'ombra, riteniamo inaccettabile, a garanzia di tutti, indagati compresi, che anche questa vicenda si chiuda con un'archiviazione in fase di indagini preliminari", ha detto l'avvocato Luca Sebastiani, che assiste alcuni detenuti.
   

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