Sì alla tassa di soggiorno per i
turisti anche a Cagliari. Il Comune conta di recuperare circa
600mila euro da reinvestire proprio sulla promozione della città
e sui servizi per i visitatori. Calcoli ancora approssimativi
perché sará poi una delibera di Giunta a stabilire quanto
ciascun vacanziere dovrà lasciare nel capoluogo sardo: si parla
di un massimo di 2 euro. Il voto del Consiglio comunale è
arrivato ieri a tarda sera. Non senza polemiche. Il sindaco
Paolo Truzzu aveva già annunciato nei giorni scorsi le
motivazioni dell'introduzione della tassa.
"Sono convinto - aveva scritto sui social - che in un periodo
in cui regna ancora l'incertezza totale sulla stagione turistica
e in cui il sentimento prevalente è la paura, non è l'imposta di
soggiorno ad allontanare i turisti. L'unico modo per non far
scappare i turisti ancor prima che arrivino è quello di rendere
la #Sardegna una destinazione sicura. E questo lo si può fare
solo vaccinando tutti e alla svelta. Inoltre, tutti i Comuni a
vocazione turistica adottano ormai questa misura e parliamo di
cifre irrisorie, massimo due euro al giorno negli hotel più
lussuosi.
Voci contrarie dall'opposizione di centrosinistra. "Non siamo
pregiudizialmente contrari all'introduzione di questa tassa, che
esiste in tutto il mondo e non incide sulle tasche dei cittadini
- spiega all'ANSA Francesca Ghirra, consigliera dei Progressisti
- ma riteniamo questo momento del tutto inopportuno. Parliamo di
un settore che ha molto sofferto in questo anno di pandemia e
che non è stato coinvolto nelle scelte. Più che un intervento
ponderato e programmato ci è sembrato un tentativo disperato di
far quadrare i conti del bilancio"
Le richieste degli albergatori erano state già espresse dal
presidente di Federalberghi Sud Sardegna Fausto Mura proprio
dopo un incontro con Truzzu: "Non partiamo prima del 2023 e
apriamo un tavolo tecnico prima dell'applicazione della tassa di
soggiorno a Cagliari".
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