Una mostra nata da una serie di
'prompts', frasi lanciate sul web, e da un lavoro di
stratificazione di materiali diversi: rete metallica e tulle. È
'In Too deep - Dalla rete all'intelligenza artificiale',
esposizione dell'artista Giorgio Tentolini che gioca con le
nuove tecniche del web e gli algoritmi dell'Intelligenza
artificiale mettendoli al servizio dell'arte. La mostra, a cura
di Silvia Bonomini, è visitabile nella sede dell'Assemblea
legislativa della Regione Emilia-Romagna, in viale Aldo Moro a
Bologna, fino al 26 gennaio, ed è spiegata nel podcast
"Consiglio d'arte", realizzato dal Servizio Informazione della
stessa Assemblea e disponibile su Spreaker, all'indirizzo
www.spreaker.com/show/consiglio-darte, dove è anche possibile
vedere le opere cliccando sulle immagini.
L'artista ripercorre le sue opere più significative come "No
One", "Algor" e "In Too deep", nate proprio grazie alla tecnica
dell'intelligenza artificiale, usata per ricreare volti di donne
e uomini, esteticamente perfetti, tagliando e modellando
"materiali semplici". "Gli antichi greci per creare la bellezza
ideale univano i visi di diverse persone. La stessa cosa fa il
web ed è quello che rende così rassicuranti questi volti che ho
creato: il fatto stesso che non esistono, che non rappresentano
alcun soggetto, li rende così attrattivi", spiega Tentolini, 45
anni, che vive e lavora fra Casalmaggiore, Reggio Emilia e
Milano e che ha lavorato nel mondo della moda e della
fotografia. "La rete - dice - è una metafora dei nostri giorni.
Allo stesso tempo ho scelto anche di lavorare sul piano dei
canoni estetici al fine di sottolineare quanto siamo ingabbiati
nel dichiarare bella una cosa che ci hanno insegnato a definire
tale". "Siamo tutti stranieri, in famiglia, tra gli amici, sul
posto di lavoro, e questi volti rappresentano anche noi proprio
perché non sono alcuna persona in particolare". Nelle sue opere
racconta anche i social e come hanno cambiato il mondo: "qui ho
creato doppi ritratti sovrapposti perché nei social diamo
un'immagine diversa dalla nostra. Ci ritroviamo, però, a essere
'nessuno' in una grande folla, in mezzo a centomila persone di
pirandelliana memoria".
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