(Di Antonio Giovannini)
Nel 1993 Sebastião Salgado inizia
il suo viaggio fotografico nella galassia delle migrazioni: in
sei anni il reporter brasiliano ha percorso quattro continenti
con opere che catturano partenze e approdi, campi profughi dove
milioni di persone vivono un destino incerto. Da allora la mappa
del mondo appare cambiata, ma l'esodo di intere popolazioni è
quanto mai attuale e le condizioni di profughi o migranti
rappresentano uno scenario che assume dimensioni sempre più
globali.
In occasione del Festival delle culture, le fotografie di
Salgado saranno dal 22 marzo al 2 giugno al Mar-Museo d'Arte
della città di Ravenna in una mostra - Exodus-Umanità in
cammino, a cura da Lélia Wanick Salgado - organizzata dal
Comune, in collaborazione con Contrasto e che rientra negli
eventi del Festival delle Culture in programma a Ravenna dal 12
marzo al 20 luglio. Sarà simbolicamente inaugurata il 21 marzo,
Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Discriminazione
Razziale, e attraverso 180 foto si comporrà di varie sezioni a
carattere geo-politico.
'Migranti e profughi: l'istinto di sopravvivenza' tratta le
motivazioni che accomunano i profughi: la povertà e la violenza,
il sogno di una vita migliore, la speranza. 'La tragedia
africana: un continente alla deriva' si concentra sul trauma
della sofferenza e disperazione di popoli profondamente segnati
dalla povertà, dalla fame, dalla corruzione, dal dispotismo e
dalla guerra. 'L'America latina: esodo rurale, disordine urbano'
racconta una parte del mondo segnata dalla migrazione di decine
di milioni di contadini, spinti dalla povertà, verso le aree
urbane come Città del Messico e San Paolo, circondate da
baraccopoli, dove persino la vita privilegiata è assediata dalla
violenza. 'Asia: il nuovo volto urbano del mondo' si concentra
sull'esodo di massa dalla povertà rurale alla creazione di
megalopoli in cui i migranti vivono in condizioni precarie, pur
credendo di aver fatto un passo verso una vita migliore. Una
sala è dedicata ai ritratti di bambini, rappresentativi di altre
decine di milioni che si possono incontrare nelle baraccopoli,
nei campi profughi e negli insediamenti rurali di America
Latina, Africa, Asia ed Europa.
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