Dopo gli appelli alla politica tra i primi a scendere Stefano Arzu, l'allevatore di suini di Talana che aveva riconsegnato le chiavi della sua azienda ogliastrina in municipio. Ieri il suo esempio è stato seguito anche dagli allevatori di Arborea che hanno spento i motori dei trattori davanti al Comune e consegnato le chiavi alla sindaca.
Troppi i rincari della materie prime, dal mangime che ha fatto lievitare di 5 centesimi i costi di produzione al litro di latte, all'energia elettrica (+400%), al gasolio (+60%). Un aumento incontrollato che sta colpendo tutti i settori economici e agricoli. A questo si aggiunge una burocrazia cieca e irrazionale, che non consente un flusso regolare e trasparente delle pratiche comunitarie ghiacciando spesso i denari (vitali in tempi di crisi) per cavilli assurdi. Secondo Giancarlo Capraro presidente Coldiretti Arborea, "la situazione è davvero insostenibile. È chiaro che se prima raschiavamo il barile adesso, con questi rincari, stiamo lavorando in perdita, i costi di produzione sono più alti di quelli di vendita".
Oggi alle 18 la protesta si sposta sul ponte tra Bitti e Sologo che attraversa la statale 131 dcn. A scendere in strada sanno i pastori ovini con i mezzi agricoli. Una manifestazione che ha trovato la sponda di Copagri. "La questione dell'aumento incontrollato e repentino dei costi aziendali - rileva Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri - non riguarda solo il comparto ovicaprino; impatta negativamente sui produttori di latte vaccino, sui suinicoltori, sui produttori ortofrutticoli e sul resto dei comparti".
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