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Aston Martin Bulldog, dopo 45 anni superata barriera 200 mph

Aston Martin Bulldog, dopo 45 anni superata barriera 200 mph

Dopo un completo restauro della supercar del 1979 con 600 Cv

Roma, 06 giugno 2023, 17:06

Redazione ANSA

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Aston Martin Bulldog, dopo 45 anni superata barriera 200 mph - RIPRODUZIONE RISERVATA

Aston Martin Bulldog, dopo 45 anni superata barriera 200 mph - RIPRODUZIONE RISERVATA
Aston Martin Bulldog, dopo 45 anni superata barriera 200 mph - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ci sono voluti 45 anni per permettere ad una preziosa one-off costruita da Aston Martin nel 1979 - la Bulldog - di raggiungere l'obiettivo delle 200 mph di velocità massima (cioè 322 km/h) che era stato fissato per questa supercar al momento del suo sviluppo come progetto DP.K901 gestito da Mike Loasby che aveva appena lasciato la DeLorean.
    Il record è stato ottenuto sull'aeroporto di Machrihanish, un'ex base Nato a Campbeltown in Scozia.
    Parte di un programma di 15-20 unità, che avrebbero dovuto rispondere al dominio delle super sportive italiane del tempo, la Bulldog è stata progettata proprio per essere l'auto di produzione più veloce su strada, sfruttando un poderoso motore V8 twin turbo da 600 Cv derivato dall'unità che l'ingegnere polacco Tadek Marek aveva realizzato per Aston Martin.
    Nonostante avesse registrato alla fine del 1979 una velocità massima di 191 mph (307 km/h) sulla pista di prova del Motor Industry Research Association (Mira) la Bulldog non riuscì mai a superare il limite delle 200 miglia.
    A interrompere l'avventura di questa spigolosa ma affascinante supercar intervenne proprio la recessione del post 1979 che influì sulle vendite del brand tanto da obbligare il presidente Alan Curtis e gli azionisti Peter Sprague e George Minden a progettare prima la chiusura dell'azienda. E poi ad affidarsi all'intervento di Victor Gauntlett, co-proprietario dal 1980 con il 10% di quote e autore di un piano di rilancio - è la svolta finale nella storia di questa auto - che non prevedeva più la Bulldog.
    Una lunga premessa, questa, che permette di comprendere il valore storico dell'unico esemplare costruito e quindi la grande soddisfazione per chi, ora, l'ha riportata in vita e le ha fatto superare il traguardo delle 200 miglia. L'auto aveva ricominciato a fare notizia nel 2020, quando il nuovo proprietario di Aston Martin Philip Sarofim chiese a Richard Gauntlett - Il figlio di Victor - di gestire il restauro.
    La Bulldog è stata così affidata alla Classic Motor Cars Ltd a Bridgnorth, nello Shropshire, un'azienda che ha restaurato alcune delle auto storiche più importanti al mondo. Il lavorato è durato 18 mesi, coinvolgendo 7.000 ore di restauro e centinaia di ore effettuate su test e regolazioni. "Grazie al duro lavoro del team CMC, l'Aston Martin Bulldog ce l'ha fatta - ha esclamato dopo la conquista delle fatidiche 200 mph Tim Griffin, amministratore delegato di Classic Motor Cars - La gente di Campbeltown è stata molto accogliente e incoraggiante con noi, e siamo lieti di aver dato loro l'opportunità di vedere l'auto e incontrare Darren" alludendo evidentemente a Darren Turner, pilota ufficiale dell'Aston Martin.
    Phillip Sarofim, proprietario dell'Aston Martin Bulldog e figlio del miliardario texano Fayez Sarofim, ha dichiarato: "Oggi si tratta di realizzare i sogni, i sogni dei designer e degli ingegneri originali che hanno creato la Bulldog. Quei pionieri del settore automobilistico stavano rompendo le barriere, non solo quelle legate alla velocità, ma anche le frontiere del design, dell'innovazione e dell'ingegneria".
  
   

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