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World Central Kitchen, gli angeli chef fra calamità e guerre

World Central Kitchen, gli angeli chef fra calamità e guerre

La ong fondata da José Andres presente da Haiti all'Ucraina fino a Gaza

ROMA, 02 aprile 2024, 22:48

Redazione ANSA

ANSACheck

World Central Kitchen in Rafah © ANSA/EPA

    Nel 2010, quando ci fu un devastante terremoto colpì Haiti, lo chef spagnolo José Andres aveva già raggiunto l'Olimpo dei ristoratori negli Stati Uniti, dove era arrivato 21enne nel 1990 da Barcellona e da El Bulli di Ferran Adrià. Le migliaia di persone lasciate senza casa - e senza cibo - dalla distruzione del sisma su una popolazione già provata dalle pesanti disparità economiche indussero Andres a mettere a frutto le sue conoscenze e le sue capacità soccorrendo i più bisognosi: così volò a Port-au-Prince dapprima per preparare e distribuire pasti e poi per lavorare con chef locali aiutandoli a creare punti di ristoro permanenti. Nacque così 'World Central Kitchen', la Ong che a Gaza è stata colpita da Israele (il cui presidente Herzog si è scusato) perdendo 7 operatori. E da allora ha come missione cucinare per chi ne ha bisogno: nella Repubblica Dominicana, in Nicaragua, Zambia, Perù, Cuba, Uganda, Bahamas, Cambogia, Ucraina e anche negli Usa. 
  "World Central Kitchen è iniziata con un'idea semplice a casa con mia moglie Patricia: quando le persone hanno fame, manda dei cuochi. Non domani, oggi", spiega Andres. La filosofia della Ong, il suo lavoro "è guidato dalla nostra convinzione che il cibo sia un diritto umano universale", si legge sul sito.

    "Quando si ha bisogno di un servizio medico si chiamano medici e infermieri. Quando è necessaria la ricostruzione delle infrastrutture si utilizzano ingegneri e architetti. Se devi nutrire le persone hai bisogno di cuochi professionisti", sono ancora le parole dello chef, originario delle Asturie. Un messaggio chiaro, così come chiaro fu quello lanciato a Donald Trump quando nel 2015 Andres rinunciò alle prestigiose cucine del Trump International Hotel di Washington nonostante un contratto già firmato dopo i commenti sprezzanti dell'allora candidato presidente Trump sugli immigrati messicani, da cui scaturì una battaglia legale col tycoon.

    Così Wck - questo l'acronimo con cui è nota l'organizzazione che è riconoscibile sul campo anche da scritte su veicoli ben in evidenza, anche addosso ai suoi operatori - è stata un punto di riferimento dopo gli uragani che hanno colpito diverse aree degli Stati Uniti, dal Texas devastato dall'uragano Harvey fino alle macerie lasciate dall'uragano Maria a Puerto Rico. Un percorso lungo il quale la Ong dello chef spagnolo ha stretto importanti collaborazioni diventati veri e propri sodalizi con le maggiori organizzazioni per i soccorsi, Croce Rossa in testa.

    Un impegno confermato anche durante la pandemia da Covid, a partire dal marzo 2020, quando nei suoi ristoranti chiusi fra New York e Washington Andres aprì 'cucine di emergenza' con lo scopo di far fronte alla situazione senza precedenti.

    Poi la guerra in Ucraina ha portato gli chef operatori umanitari anche al fronte: a Kharkiv già a febbraio 2022 subito dopo l'invasione russa, mentre a marzo Wck era già presente con varie cucine al confine con la Polonia per la distribuzione di cibo ai rifugiati che si lasciavano alle spalle il conflitto.

    Oggi, due anni dopo, la guerra continua e gli chef delle crisi in Ucraina ci sono ancora. Ma sono volati anche a Gaza per rispondere alla crisi umanitaria nella Striscia che è andata acuendosi con i mesi del conflitto Israele-Hamas scoppiato dopo il 7 ottobre: si calcola che fino a tutto il mese di marzo Wck abbia distribuito localmente 32 milioni di pasti, oltre ad aver fornito cibo paracadutato sulla Striscia da Paesi stranieri o trasportato via mare da Open Arms. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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