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A Bagni di Pisa, nelle terme amate da Shelley e Byron

A Bagni di Pisa, nelle terme amate da Shelley e Byron

Remise en forme e dintorni da scoprire

12 ottobre 2023, 12:40

foto e testo di Alessandra Magliaro

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Granduca di Toscana, il francese Francesco Stefano di Lorena, consorte di Maria Teresa d'Asburgo, imperatrice d'Austria, ne fece la sua residenza estiva a partire dal 1736 e da quegli anni il luogo, già noto ad etruschi e romani, divenne un gioiello termale e un circolo mondano dove si ritrovarono la grande scrittrice romantica Mary Shelley, che leggenda vuole abbia scritto tra i soffitti affrescati della villa, il giardino degli ulivi, i salotti di velluto  il suo capolavoro Frankstein durante il suo soggiorno con il marito poeta Percy Bysshe Shelley. La dimora storica con le volte originali del 1700, con le tipiche tinte pastello e le figure di putti e scene di caccia, è stata negli anni tappa del Grand Tour di Lord Byron e degli altri intellettuali affascinati dalla storia e dall'archeologia italiana nell'800. E ancora oggi è tappa di famosi come Johnny Depp, Richard Gere, Rigo Starr, Billy Idol, Eric Clapton e persino del Dalai Lama. E' la vip signature list di Bagni di Pisa, l'hotel resort di lusso con spa dove sembra di poter fare un viaggio nel tempo.
Gli arredi sono con mobili d'epoca, il bar Shelley occupa quasi l'intero piano nobile con nel retro la corte Byron, il ristorante del Lorena curato dallo chef curato Umberto Toscano con un menu che attinge dalle ricette storiche che furono servite agli ospiti del Granduca per proporre un menu sano e ipocalorico, gode al terzo piano di una vista sulla valle che arriva fino al Duomo e alla Torre di Pisa, distanti 7 km. Tendaggi, divani in velluto, mobilio, persino i carrelli in legno e i bicchieri incisi riportano indietro nel tempo per godere di pace, tranquillità e di salus per aquam con i bagni termali. Dalla corte si accede ad un percorso tra gli ulivi che arriva alla coffèe house di Byron da dove il panorama spazia ancora arrivando fino ai monti pisani.
Bagni di Pisa, The Leading hotel membro del gruppo Ihc che in Toscana ha altri due resort termali, il vicino Grotta Giusti e Fonteverde, è un punto di partenza per soggiorni leasure che puntano ad un concetto di benessere ampio, di cura della persona attraverso lo star bene cercando bellezza. E da qualche tempo è anche una location romantica per matrimoni e per eventi compresi addio al celibato e nubilato.

Le terme, la remise en forme, il programma ladies 50+

Bagni di Pisa punta sul concetto di benessere totale che va dalla cura della salute fisica, al relax e ai trattamenti di bellezza e non a caso è anche family e pet friendly. Alle terme ci si accede con le prescrizioni del servizio sanitario nazionale per problemi .di artrosi, allergie, bronchiti croniche - racconta la direttrice sanitaria Patrizia Chiti--- e inoltre si possono fare dei soggiorni di remise en forme. Il personale medico è specializzato in dietologia, idrologia, dermatologia ma è chiaro che al centro di tutto - sia che si va per un ciclo medico di due settimane, sia per un break weekend e sia per un day spa - c'è l'acqua termale e le sue proprietà terapeutiche conosciute dall'epoca etrusca e romana e poi apprezzate dalla contessa Matilde di Canossa, che nel 1112 ordinò il restauro completo delle Terme e poi ancora dai Medici, dai Lorena via via fino ad oggi  in cui l'antico Palazzo dei Lorena, dopo anni di degrado, è tornato alla sua antica maestosità. I due bagni, Ponente e Levante, hanno mantenuto fino ad oggi la loro funzione originaria, ciascuno con la propria sorgente e sono stati restaurati e ampliati. L'acqua è solfato bicarbonato calcica ed è a 38 gradi, un'acqua antinfiammatoria ad ampio spettro (ci si cura anche la Fibromialgia secondo studi della vicina Università di Pisa) che viene utilizzata anche per fanghi curativi di dolori alle articolazioni. Il luogo è noto per programmi di remise en forme con le diete personalizzate e sotto stretto controllo medico, con la nutrizionista Laura Bettarini . Un programma, con focus sui 50+, che vuole essere un vero e proprio percorso di rieducazione alimentare per effetti duraturi sullo stile di vita: la stessa Bettarini o la dottoressa Chiti pranzano con gli ospiti per seguire meglio il piano e sono previste anche lezioni di cucina proprio per far capire come metodi di cottura, condimenti, alimenti possono essere gustosi ma più sani. Si  fanno tutti gli esami preparatori, il test di stress ossidativo per vedere la concentrazione di radicali liberi e antiossidanti, si procede nel caso anche con supporto psicologico. "Dopo i 50 anni - spiega Bettarini - per motivi ormonali e anche in assenza di sovrappeso aumentano in genere colesterolo e pressione. Ecco che l'alimentazione gioca un ruolo importante, bisogna ridurre drasticamente i cibi di origine animale, ridurre ma non abolire i latticini (per l'apporto di vitamina D e vitamina K che entra nel metabolismo del calcio) e fitoestrogeni. E' importante inoltre aumentare gli alimenti integrali perchè le fibre fanno, semplificando, da spazzino alle arterie portando via i grassi in più. Mangiare frutta e verdura solo di stagione, aumentare il pesce e i legumi. Regole basilari per una dieta alimentare dopo i 50 anni a prescindere dal peso".

La certosa di Calci e altri dintorni da esplorare nel pisano

Nei dintorni di Bagni di Pisa sono tante le mete da esplorare. Alla vicinissima Pisa, alla vicina Lucca, alla Versilia non distante, si aggiungono gioielli poco noti prima fra tutti la certosa di Calci e il vicino museo di storia naturale . Quest'ultimo, collegato all'Università di Pisa, è affascinante (i bambini ne andranno pazzi) perchè ha messo sottovetro in una sorta di galleria a vista, visibile a km di distanza,  lo scheletro di un gigante: è l'ossatura di una balenottera azzurra, il più grande animale mai esistito, parte di una collezione di scheletri tra i più importanti al mondo. Nato nel 1867, è uno dei più antichi musei di scienze al mondo ed è davvero poco sconosciuto. E li accanto il gioiello della Certosa monumentale di Calci, una specie di Versailles ricchissima in contrasto con l'ordine monacale: è qui che i figli di aristocratici e cadetti delle corti prendevano i voti monacali dei certosini, una vita nel silenzio (con i gatti certosini a far loro compagnia) ma pur sempre dei figli di papà con appartamenti di reclusione e preghiera, grandi e con giardino,  regole dure monastiche da seguire, orari da rispettare ma mansioni da far fare ai monaci conversi di basso rango: un ennesimo  esempio di classismo pur nelle regole dell'ordine religioso eremitico fondato nel 1084 da san Bruno di Colonia alla Chartreuse, nei pressi di Grenoble (da qui il nome di certosa attribuito ai loro monasteri). Hanno lasciato questo posto, da loro fondato nel 1366 nel verde dell'allora Val Graziosa, nel 1972 per trasferirsi in Calabria a Serra San Bruno e oggi sono circa 300 nel mondo i monaci cistercensi. Qui a Calci (parte dei luoghi del cuore del Fai e museo nazionale del Mic) tutto è perfettamente conservato e di una bellezza sorprendente, compresa l'ala lussuosa della foresteria del Granduca con i letti a baldacchino, i saloni di ricevimento, le vasche in pietra dove allevare gamberi e tartarughe (per fare lo chicchissimo brodo).

Il mucco pisano ed altre specialità del cibo locale

Il Mucco Pisano è una specialità delle terre di Pisa. Si tratta di un incrocio della razza bruna alpina con popolazioni locali e con Chianina, olandese, durham. E' originaria della zona di San Rossore, San Giuliano Terme, 'inventata' dai soliti Lorena a metà del 1700 ora è stata riscoperta come carne di nicchia locale, frutto di allevamenti allo stato brado e semibrado e si trova solo nei ristoranti di zona (ai Lorena a Bagni di Pisa, alla antica macelleria Giusti di San Giuliano Terme e in pochi altri posti). La cucina pisana viene spesso definita “povera” per le sue ricette semplici, spesso a base di pane “sciocco” (il tipico pane toscano senza sale), che ben si sposa con i formaggi saporiti del territorio, con i prodotti dell’orto e con le carni e i salumi della tradizione. L’olio extra vergine d’oliva (spesso frutto di coltivazioni 'eroiche' sul monte pisano come quello di Calci di Cristiana Ruschi) è protagonista e un girino d'olio in cui inzuppare il pane è la classica fettunta che non manca mai a tavola, come pure il bordatino (zuppa invernale con cavolo nero, farina gialla e fagioli), la cecina, il cinghiale della selva a spezzatino, la trippa, i fagioli al fiasco, la pappa al pomodoro, la panzanella, il dolce migliaccio che nella ricetta antica oltre all'anice e al lardo è cotto con il brodo fatto con lo zampuccio del maiale ben sgrassato.

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