Rientrano in classe i circa
37mila studenti degli istituti superiori della Sardegna, il 50%
come previsto dall'ordinanza del governatore Solinas e come
definito negli incontri nelle prefetture, ma si registrano i
primi problemi nei trasporti, con la mancanza di alcune corse
aggiuntive. Con il rischio di assembramenti sui bus o a
Cagliari, dove i ragazzi che entravano alle 9.30 hanno dovuto
far passare il tempo andando in giro per la città, in attesa di
potersi recare a scuola.
La denuncia arriva da Villasimius, sulla costa sud orientale
dell'Isola. Il sindaco Gianluca Dessì ha predisposto una
lettera-appello al prefetto per chiedere chiarimenti sulla
situazione e sollecitare l'implementazione dei trasporti. "E' un
problema che va risolto per tutti quei pendolari che vivono a 50
km da Cagliari - dice all'ANSA - invece di farli salire sul bus
ordinario creando pericolosi assembramenti anche alle fermate o
lasciarli a zonzo nel capoluogo, magari sotto la pioggia come
accaduto oggi, forse sarebbe stato meglio per loro proseguire
con la Dad". Infuriati i gentori. "Oggi i nostri ragazzi sono
stati lasciati a spasso per Cagliari in attesa di poter entrare
in classe alle 9.30 - attacca Vannina Pirisi, madre di uno
studente del liceo - mi chiedo: questo è il diritto allo studio?
Queste sono le iniziative contro la dispersione scolastica? Ora
ci attendiamo che questa criticità venga risolta al più presto".
Nell'Oristanese, invece, protestano gli studenti rimasti in casa
per seguire le lezioni. I ragazzi della sede di Ghilarza del
Liceo Mariano IV che oggi avrebbero dovuto stare in Dad si sono
ritrovati davanti alla loro scuola per gridare la loro
indignazione: "on possiamo essere l'ultima ruota del vostro
carro, come sempre". E sempre in Provincia di Oristano, a
Sedilo,
il sindaco ha disposto, con un'ordinanza, la chiusura di tutte
le scuole di ogni ordine e grado, a causa del crescente numero
di contagi da Covid-19 "anche nella popolazione scolastica".
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