Attribuita a Galileo un'opera dalla
paternità incerta scritta sotto pseudonimo. Lo ha scoperto
Matteo Cosci, del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali
dell'Università Ca' Foscari Venezia e le prove sono conservate
nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
Si risolve così la dibattuta attribuzione a Galileo Galilei
del trattato 'Considerazioni Astronomiche di Alimberto Maur'i
(1606) e la pubblicazione, che all'epoca venne accolta come
pseudonima senza che l'identità dell'autore venisse mai
accertata, può ora essere confermata come un'autentica opera di
Galileo.
Cosci ha scoperto le prove nei manoscritti catalogati come
"Gal. 42", fra i quali ci sono i primi abbozzi del trattato
galileiano "Delle cose che stanno su l'acqua". Qui son raccolte
anche note di lavoro che appartengono a periodi e temi diversi,
come alcuni riferimenti all'interpretazione della cosiddetta
"stella nova" del 1604 in disaccordo con l'interpretazione
datane all'epoca dal filosofo fiorentino Lodovico delle Colombe.
Queste carte vennero evidentemente raggruppate insieme ad altre
che avevano lo stesso avversario polemico, ma non il medesimo
oggetto di disputa. Cosci le ha individuate mentre procedeva a
raccogliere tutte le note manoscritte di Galileo relative alla
disputa sulla stella nova. Il fatto dunque che Galileo si
consideri attaccato là dove si attacca Alimberto Mauri conferma
che Mauri fosse lo pseudonimo di Galileo Galilei. In altre
parole, è Galileo stesso a confermaei in questa sua nota privata
di essere l'autore dietro lo pseudonimo. Nel complesso, dunque,
i documenti autografi rinvenuti da Matteo Cosci risultano ad
oggi l'unica evidenza documentaria autentica in favore
dell'attribuzione delle Considerazioni Astronomiche a Galileo.
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