Dal mini-caseificio per donne
vittime di violenza all'incubatore di start-up, dal centro per i
minori disagiati a quello per l'assistenza ai poveri. Non c'è
solo la casa-bunker dove il capoclan dei Casalesi Michele
Zagaria fu stanato dopo 16 anni di latitanza, tra i beni
riconducibili al boss che saranno riutilizzati per fini sociali,
ma se ne contano almeno altri cinque confiscati alla famiglia
Zagaria e già oggetto di lavori, situati tra Casapesenna, San
Cipriano d'Aversa e San Marcellino, nel Casertano. La
casa-bunker di via Mascagni a Casapesenna, come deciso la scorsa
settimana dalla riunione tenutasi in prefettura a Caserta, sarà
abbattuta e al suo posto sorgerà una parco pubblico, mentre per
le altre cinque strutture sono in corso lavori per quasi 6,5
milioni di euro, e a gestirli sarà Agrorinasce, il Consorzio di
comuni che amministra centocinquanta beni confiscati alla
criminalità organizzata in provincia di Caserta. "Si tratta di
un risultato importantissimo - spiega Gianni Allucci,
amministratore delegato del Consorzio - per i Comuni soci di
Agrorinasce e per tutti i cittadini. Analogamente l'intesa
istituzionale individuata presso la Prefettura di Caserta
finalizzata all'abbattimento della villa-bunker prima confiscata
alla famiglia Inquieto, e poi acquisita al patrimonio comunale
di Casapesenna, è una notizia senz'altro positiva. Con
l'Amministrazione Comunale di Casapesenna abbiamo un ottimo
rapporto di collaborazione e non faremo mancare il nostro
apporto per la valorizzazione dell'area comunale negli obiettivi
già indicati dal Sindaco Marcello De Rosa". Il progetto più
ampio riguarda il complesso edilizio formato da tre ville e
confiscato alla famiglia Zagaria a San Cipriano d'Aversa,
destinato a Incubatore di imprese giovanili e sociali, che
sarebbe il pirmo di questo genere in un'area confiscata alla
camorra; è anche l'unico progetto finanziato dal Ministero
dell'Interno con circa 4,5 milioni di euro (4.470.000).
Nell'immobile confiscato a Michele Zagaria in Corso Europa a
Casapesenna, dove sono in corso lavori che termineranno
quest'anno per quasi 90mila euro finanziati dalla Regione (ma il
finanziamento totale è di 150mila euro), sorgerà invece un
centro polifunzionale, e il bando è stato aggiudicato alla
cooperativa sociale Partenope: in particolare il piano terra è
stato in parte assegnato in gestione alla Parrocchia di S. Croce
per l'attività di assistenza ai poveri attraverso la Caritas
locale, mentre altri locali sono rimasti in dotazione alla
protezione civile di Casapesenna.
Nell'altro immobile confiscato a Casapesenna, in via Genova, a
Salvatore Nobis, fedelissimo di Zagaria, sono in corso opere per
77mila di fondi regionali (finanziamento totale 150mila euro), e
sarà realizzato un gruppo di convivenza con sei posti in
accoglienza h 24, specializzato nella ludopatia e sindrome da
gioco d'azzardo. All'interno del Centro verranno effettuati
colloqui di sostegno psicologico, sviluppo delle capacità
relazionali e sociali, sviluppo dell'autonomia reddituale
attraverso un'attività lavorativa all'interno del tessuto socio
-economico locale, percorsi di formazione - lavoro. Ambizioso il
progetto che riguarda il bene confiscato a Casapesenna, in corso
Europa, a Raffaele Capaldo, nipote prediletto di Michele Zagaria
e suo erede designato ai vertici del clan: il progetto ha un
importo di quasi 1,5 milioni di euro finanziati dalla Regione, e
vi nascerà un mini caseificio destinato all'inserimento
lavorativo di donne vittime di violenza, il cui soggetto
gestore, individuato con bando pubblico, sarà la cooperativa
sociale Raggio di sole. Un piano dell'edificio da 500 metri
quadrati è stato invece dato in gestione alla comunità
evangelica di Casapesenna. A San Marcellino, nel bene confiscato
a Giovanni Garofalo e riconducibile alla famiglia Zagaria, sarà
realizzato un centro diurno e residenziale per minori con disagi
familiari. Il progetto proposto da Agrorinasce e dal Comune
prevede al primo piano tre camere da letto per un massimo di sei
minori e servizi igienici per maschi e femmine. Al piano terra è
stata prevista la stanza da letto per gli educatori, la cucina e
la sala pranzo, oltre a tutti i servizi igienici necessari;
l'importo è di 86mila euro (fondi della Regione) per un
finanziamento totale di 150mila euro, e il soggetto gestore
individuato è la cooperativa sociale Hermes.
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