Addio allo stabilimento della ex
Whirlpool di Napoli, adesso c'è anche la data. Le ruspe
entreranno in azione nel sito di via Argine il prossimo 8 aprile
quando verrà abbattuto un pezzo di storia dell'industria
partenopea, per decenni - a partire dagli anni '60 -
insediamento produttivo tra i più qualificati nella produzione
di lavatrici di alta gamma.
E' l'ultima tappa di un percorso culminato nei mesi scorsi
nel passaggio dei 312 lavoratori rimasti in organico alla
neonata cordata composta da imprenditori campani specializzata
nella produzione di pannelli solari, la Tea Tek, che ha rilevato
il sito per riconvertirlo nel fotovoltaico. Tutto questo dopo
che la multinazionale americana con sede nel Michigan aveva
deciso nel 2019 di rinunciare allo stabilimento partenopeo, per
anni punto di forza del gruppo in Italia. Per gli oltre trecento
dipendenti si aprono ora le porte dei corsi di formazione in
attesa che il nuovo insediamento sia pronto, tempi stimati due
anni circa. Dalle lavatrici al fotovoltaico, dall'industria
classica alle green economy.
L'annuncio che segna una data di quelle importanti lo ha dato
in serata Felice Granisso, ceo della newco Italian Green Factory
(Gruppo Tea Tek), a conclusione del tavolo convocato a Roma
presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
"L'azienda - spiega Granisso - è molto soddisfatta per l'esito
dell'incontro presso il Ministero e accoglie positivamente il
sostegno del governo, delle istituzioni e delle organizzazioni
sindacali al piano di ristrutturazione ex Whirlpool. Nei
prossimi giorni convocheremo le parti sindacali per aggiornarle
sul piano industriale. Il mese prossimo, l'8 aprile, daremo il
via al cantiere in cui sorgerà Italian Green Factory".
Un annuncio in qualche modo atteso dai sindacati che tuttavia
restano guardinghi: "La direzione di Italian Green Factory -
dicono Fim Fiom Uilm - ci ha informato che sono stati appaltati
i lavori di abbattimento del vecchio stabile, che partirà ad
aprile, e sono in procinto di essere appaltati quelli di
ricostruzione; restano invece da risolvere alcune questioni nei
rapporti fra impresa e istituzioni; gli ordinativi continuano ad
affluire sia di inseguitori solari sia di cabine di
trasformazione, ma finché non sarà avviata la produzione devono
essere evasi con acquisti all'estero. Infine - concludono - ci è
stato ripetuto che ci potrebbe essere la opportunità di un
richiamo anticipato al lavoro dei dipendenti, ma in modo ancora
del tutto generico".
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