Trenta condanne, per circa 62 anni
e mezzo di carcere, una anche a tre anni di reclusione, e 54
assoluzioni (tra assoluzioni piene, per "particolare tenuità del
fatto contestato" e, in un solo caso, per prescrizione
relativamente a condotte illegali commesse fino al 31 agosto del
2014). Si conclude così il processo di primo grado nei confronti
di 84 imputati, medici e infermieri dell'ospedale Loreto Mare di
Napoli, finiti davanti alla prima sezione penale del Tribunale
di Napoli (giudice Federico Somma) nell'ambito del cosidetto
processo ai "furbetti del cartellino".
Il lunghissimo dispositivo è stato letto stamane al termine
dell'udienza in un'aula affollatissima di avvocati e imputati
cinque dei quali condannati a risarcire i danni all'Asl Napoli 1
(rappresetata dall'avvocato Gennare De Falco) in un giudizio
civile separato.
Ieri, un altro giudice, della stessa sezione penale ha invece
deciso di non dover procedere nei confronti di due medici per
intervenuta prescrizione.
L'inchiesta della Procura di Napoli si concluse con l'esecuzione
di una raffica di misure cautelari nel 2017 nei confronti di
medici, infermieri e personale amministrativo tenuti sotto
controllo dalle telecamere dei carabinieri e quindi sorpresi
mentre timbravano il badge per poi allontanarsi dal nosocomio
anche solo per sbrigare faccende personali.
Gli investigatori impiegarono due anni di indagini, posizionando
telecamere nascoste, eseguendo pedinamenti e intercettazioni,
per scoprire gli episodi di assenteismo.
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