Due agenti della Polizia Municipale
di Napoli, un uomo e una donna, il primo maresciallo l'altra
assistente capo, sono stati arrestati, insieme con un noto
imprenditore che ha vari negozi in città, dal Secondo Gruppo
Napoli dalla Guardia di Finanza (coordinato dal tenente
colonnello Dario Marano) che contesta, a vario titolo, agli
indagati i reati di corruzione, falso in atto pubblico e
ricettazione. Per i tre il giudice per le indagini preliminari
ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari. I
vigili urbani sono accusati di avere intascato una "mazzetta" -
secondo quanto si appreso pari a 500 euro - per "addomesticare"
un accertamento eseguito in un negozio di abbigliamento della
città, riconducibile all'imprenditore, relativo a uno scavo in
corso nel seminterrato dell'esercizio commerciale che si trova
in una zona della città sottoposta a vincolo archeologico.
I fatti contestati risalirebbero al luglio del 2021. Dopo
l'iscrizione dei due pubblici ufficiali nel registro degli
indagati il vertice della Polizia Municipale di Napoli, il
generale Ciro Esposito, ha disposto il trasferimento dei
soggetti, peraltro anche "compagni" nella vita: i due vennero
destinati alla guardiania dei veicoli, quindi ad un'attività
interna al Corpo, in attesa dell'esito delle indagini.
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