Il riuso delle acque reflue depurate
in agricoltura ha un potenziale enorme (9 miliardi di metri cubi
all'anno, l'acqua esce dai depuratori), ma in Italia viene
sfruttato solo per il 5% (475 milioni di metri cubi). È quanto
emerge dall'indagine "Il riutilizzo delle acque reflue in
Italia", realizzata da Utilitalia (la Federazione delle imprese
idriche, ambientali ed energetiche) e presentata oggi a Napoli
nel corso del convegno.
Dal campione analizzato da Utilitalia (equivalente a circa 21
milioni di abitanti serviti) è emerso che sono già esistenti e
funzionanti 79 impianti per la produzione di acque di riuso, con
una potenzialità complessiva pari a 1,3 milioni di metri cubi al
giorno (475 milioni di metri cubi in un anno).
Di contro, l'uso diretto per l'irrigazione attraverso reti
dedicate è ancora piuttosto scarso: di questi 79 impianti, solo
16 sono dotati di una specifica rete di trasporto e
distribuzione dell'acqua affinata. L'utilizzo agricolo
indiretto, quello che si avvale per lo più di preesistenti
canali irrigui, rimane la pratica più diffusa.
Sono 23 le installazioni per le quali non è ancora definita
una specifica utilizzazione finale, a dimostrazione delle
incertezze e dei dubbi che ancora sono presenti a livello di
utilizzatori finali potenziali.
Altri 24 impianti sono programmati (dovrebbero essere tutti
ultimati entro i prossimi 5 anni) e su ulteriori 40 sono in
corso studi di fattibilità. In un arco di breve-medio periodo, è
legittimo attendersi quasi un raddoppio - da 79 a 143 - delle
installazioni.
In Italia inoltre sono attivi 18.140 impianti di depurazione,
di cui 7.781 dotati di un trattamento secondario/avanzato, che
si potrebbero potenziare per renderli idonei alla produzione di
acqua per il riuso.
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