Far conoscere a territori, cittadini
e cittadine i rischi legati alle dispersioni e agli sprechi del
gas metano immesso direttamente in atmosfera, un gas fossile con
un effetto climalterante fino a 86 volte più potente di quello
della CO2, ma anche spingere l'Italia e l'intera Europa ad
approvare norme e regolamenti ambiziosi, finalizzati a ridurre,
nel tempo, fino ad azzerare tali emissioni: nasce "C'è Puzza di
Gas", la nuova campagna di informazione e sensibilizzazione di
Legambiente sviluppata con il supporto di Clean Air Task Force
(CATF).
Otto le tappe previste in Italia (in Sardegna, Abruzzo,
Sicilia, Basilicata, Liguria, Veneto, Campania e Emilia-Romagna)
che coinvolgeranno l'intera filiera del gas fossile, dalle
centrali elettriche a quelle di compressione, dai gasdotti ai
pozzi estrattivi, creando l'occasione per affrontare il tema
delle dispersioni dirette di gas fossile, partendo dalle istanze
locali, attraverso presidi, conferenze stampa, flash mob e
iniziative.
La prima tappa oggi in Sardegna, con il sit-in a Portoscuso
(SU) presso quello che potrebbe essere il futuro Terminal GNL di
Portovesme (banchina est): "per dire di no alla supermetaniera -
scrive Legambiente - che condannerebbe la Sardegna a perdere
l'occasione di un vero sviluppo locale sostenibile fatto di
energie pulite con benefici ambientali, industriali e sociali.
Infatti, la scelta di partire da questo territorio è
emblematica: la Sardegna è il luogo ideale per avviare e
accelerare una completa e giusta transizione a fonti
rinnovabili. Ma, al contrario, è oggi oggetto di un programma di
metanizzazione che di fatto imporrebbe all'Isola l'utilizzo di
gas fossile almeno fino al 2050/2060".
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