Inserire il nucleare e il gas nella
tassonomia Ue degli investimenti sostenibili "sarebbe un duro
colpo all'impegno europeo per il clima e per l'ambiente.
L'energia nucleare genera infatti scorie radioattive ad alta
attività molto pericolose e non è ancora stata trovata alcuna
soluzione a lungo termine per il loro smaltimento. Il gas
fossile è invece già oggi la principale fonte di emissioni di
gas serra derivanti dalla produzione di energia in Europa.
Incoraggiare gli investimenti nel gas fossile assegnandogli
un'etichetta verde non farà altro che aumentare il suo
devastante impatto climatico". Lo scrive Greenpeace in un
comunicato.
"Le fonti rinnovabili sono più economiche e veloci da
implementare - scrive ancora la ong -: inviare un segnale
contrario agli investitori privati potrebbe interrompere la
transizione energetica verso il 100% di energie rinnovabili e
ritardare i progressi dell'UE sui suoi impegni climatici".
"Il referendum del 2011 che bloccò il ritorno del nucleare in
Italia ha evitato una catastrofe economica - dichiara il
direttore esecutivo di Greenpeace, Giuseppe Onufrio -. I quattro
reattori francesi EPR che avremmo dovuto costruire in base al
memorandum tra Berlusconi e Sarkozy avrebbero creato quattro
"buchi neri" finanziari: secondo la Corte dei Conti francese,
l'unico EPR tuttora in costruzione in Francia avrà un costo
totale di oltre 19 miliardi di euro contro i 3,3 previsti, e nel
frattempo Areva, l'azienda francese proprietaria della
tecnologia, è fallita. Includere il nucleare nella tassonomia è
greenwashing e una potenziale truffa per gli investitori di
"bond verdi" con il nucleare incorporato".
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