(ANSA) - ROMA, 05 OTT - "Da un programmatore che lavora a
distanza, ad alto livello, arriva un'impresa olandese e dice:
tu, ragazzo mio, resta nella tua stanza, fai quello che hai
fatto fino ad adesso e io ti pago il doppio". Con questo esempio
Romano Prodi illustra il rischio per l'Italia di nuova
"emigrazione senza migranti". "È uno dei problemi di cui ho
paura per il nostro futuro e allora dobbiamo elevare la
produttività, adattare anche i salari all'aumento della
produttività e dare un'immagine più forte del paese", dichiara
Prodi nel primo forum in streaming "Voci sul futuro", realizzato
da ANSA con l'Asvis in occasione del Festival dello sviluppo
sostenibile.
Il professore indica come principale problema del sistema
produttivo italiano la "manodopera a tutti i livelli". "Non è
che siamo in un gran boom, in questo momento, ma non si trovano
né ingegneri né tecnici, è una specie di disperazione e i nostri
ragazzi emigrano", dice. "Il problema si fa molto serio: da una
parte - continua Prodi - dobbiamo aumentare tecnici e scuole,
incentivare i ragazzi a scuole tecniche, ingegnerie e tante
altre discipline come chimica o matematica. Dall'altro lato,
dobbiamo organizzare il lavoro in modo in cui i ragazzi non
scappino via".
Del resto, il mondo del lavoro sta vivendo un "cambiamento
enorme", riflette il professore. "Bisogna adattarlo alle
esigenze delle imprese e del lavoratore, quindi lavoro da casa
parziale, in diverse fasi della vita, non si può più trattare il
lavoratore con un abito standardizzato, ma con un abito su
misura", spiega Prodi raccontando di aver incontrato due ragazzi
che passeggiavano sulla via Francigena dopo essersi licenziati
per un anno. "Hanno detto che non immaginavano mai di fare, dopo
sei anni di lavoro, altri 30 anni con le stesse caratteristiche.
Se, nella mia generazione, avessi fatto questo discorso -
osserva - mi avrebbero messo in manicomio. Quindi, il
cambiamento è davvero grosso". (ANSA).