Sono stati oggi ufficialmente
riconosciuti come Beati della Chiesa cattolica Jozef e Wiktoria
Ulm e i loro sette bambini uccisi dagli nazisti tedeschi il 24
marzo 1944 per aver nascosto nella loro casa a Markowa, nel sud
della Polonia (diocesi di Przemysl) le otto persone di origine
ebrea che rischiavano la morte a causa della "soluzione finale"
imposta contro la nazione ebraica dal regime di Adolf Hitler. La
famiglia è stata denunciata da un poliziotto locale, che sapeva
bene che solo in Polonia, per aiuto offerto agli ebrei, i
cittadini venivano condannati alla morte.
Nella cerimonia della beatificazione presieduta dal cardinale
Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero per le Cause dei
santi, intervengono alcuni cardinali, compreso Stanislaw
Dziwisz, già segretario del papa Giovanni Paolo II e Grzegorz
Rys, nominato dal papa Francesco, circa 80 vescovi e 1000
sacerdoti. Presenti circa 30 mila pellegrini e fra loro il
presidente della Polonia Andrzej Duda, il premier Mateusz
Morawiecki, il leader del partito al governo Jaroslaw Kaczynski.
Presente anche il rabino di Polonia Michael Schudrich.
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