(di Manuela Tulli)
C'è una pagina tragica nella
storia dell'Europa: la seconda guerra mondiale con l'olocausto.
La caccia agli ebrei da parte dei nazisti portò all'uccisione di
tutti coloro che avevano deciso di aiutarli. Come accade nel
1944 ad una giovane famiglia polacca, lui agricoltore lei
casalinga, e una nidiata di bambini, sei e uno che era nel
grembo della mamma e che ha visto la luce in quel tragico
momento. Uccisi tutti e nove insieme agli otto ebrei che
ospitavano nella loro casa da un anno e mezzo. Domani saranno
beatificati a Markowa, il paesino della Polonia nel quale
vivevano.
E' una beatificazione che segna alcuni 'record': la prima
nella storia della Chiesa di una famiglia tutta insieme, la
prima che vede un piccolo senza nome perché ha visto la luce
proprio in quel tragico frangente (il più giovane beato nella
storia della Chiesa). Ma sono anche record i numeri del
coinvolgimento popolare: 32mila persone confluiranno in un
villaggio che ne conta 4mila, 1200 sacerdoti concelebranti,
ottanta tra vescovi e cardinali. Il tutto si svolge in quella
zona al confine con l'Ucraina (nella regione di Rzeszow e nella
diocesi di Przemysl) che il mondo ha imparato a conoscere con il
conflitto in Ucraina perché per queste strade sono passati sei
dei dieci milioni di ucraini, soprattutto donne e bambini, che
nei primi mesi della guerra avevano lasciato il loro Paese.
La famiglia Ulma "non ha custodito e difeso solo Cristo ma ha
custodito e difeso la radice", ha sottolineato il Prefetto del
Dicastero delle Cause dei santi, il cardinale Marcello Semeraro,
in una conferenza stampa alla vigilia della beatificazione. "La
vostra terra - ha detto il cardinale rivolgendosi ai polacchi -
ha donato alla chiesa un Papa, Giovanni Paolo II, che ha
chiamato gli ebrei i fratelli maggiori. Sugli Ulma io aggiungo
che hanno custodito e protetto la radice per la quale siamo
cristiani". Semeraro ha chiarito anche la questione relativa al
settimo figlio. All'inizio, nella causa di beatificazione, si
parlava solo di sei figli ma "lo studio della causa ha fatto
notare che nelle testimonianze di chi aveva veduto il corpo
della mamma uccisa era emerso che aveva constatato che il
bambino aveva visto la luce anche se non ancora completamente".
Fu vista la testa e parte del petto che uscivano dal grembo
della madre uccisa. "Noi non parliamo come dei medici - ha
spiegato il cardinale Semeraro -, come degli specialisti,
parliamo con un linguaggio umano. E dunque il bambino aveva
visto la luce, veniva alla luce nel momento in cui la mamma era
barbaramente uccisa" e "questa creatura è stata inserita nel
gruppo dei martiri".
Il 2024 sarà in Polonia 'l'anno degli Ulma' e a deciderlo è
stato il Parlamento. "La beatificazione degli Ulma ha dei valori
universali che toccano l'individuo, la famiglia, l'intera
umanità. Così tutte le istituzioni entrano in gioco", spiega
padre Jozef Lasak, consigliere ecclesiastico dell'ambasciata
polacca presso la Santa Sede che guida in Polonia una missione
di giornalisti della stampa internazionale. "Gli Ulma toccano il
cuore di tutti, credenti e non credenti, cattolici ed ebrei o di
altre religioni, perché festeggiamo una cosa che è comune a
tutta l'umanità: celebriamo il valore della dignità umana".
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