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Via libera finale dell'Europarlamento alle case green

Via libera finale dell'Europarlamento alle case green

Vincoli più soft, l'ok senza i voti della maggioranza Meloni

16 marzo 2024, 16:33

Redazione ANSA

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Via libera finale dell 'Europarlamento alle case green - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nuovi edifici a emissioni zero dal 2030, piani nazionali di ristrutturazione e stop ai sussidi per caldaie a combustibili fossili, anche a gas. Il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva la direttiva sulle case green, proposta dalla Commissione a fine 2021 per azzerare le emissioni del parco immobiliare dell'Ue entro il 2050. L'Aula di Strasburgo ha sostenuto con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti l'intesa politica raggiunta con gli Stati a dicembre dopo un complesso negoziato che ne ha ammorbidito i vincoli e garantito flessibilità ai governi per attuarli.

Misure più soft ed esenzioni che non sono però bastate ai partiti che sostengono il governo Meloni per votare a favore. L'accordo ha raccolto in Aula il consenso della maggioranza degli eurodeputati Popolari, Liberali, Socialisti, Verdi e della Sinistra, nonchè di una parte dei non iscritti. Fdi, Lega e Forza Italia hanno detto 'no' alla direttiva rivista, fatta eccezione per Alessandra Mussolini (che però successivamente ha fatto sapere che si è trattato solo di uno sbaglio) e Herbert Dorfmann che ha sostenuto l'intesa. Tra le delegazioni italiane a favore della direttiva hanno votato Pd, M5S, Avs e Iv. Da Roma il leader della Lega Matteo Salvini parla di "ennesima follia europea". E sottolinea che "grazie all'impegno della Lega e del gruppo Id, erano già state fermate alcune delle eco-follie volute dai burocrati, ma non è bastato", ha scritto su X. Auspicando "un cambio di rotta per rivedere la direttiva, mandando a casa le sinistre e portando a Bruxelles una nuova maggioranza di centrodestra".

A quanto appreso dall'ANSA, l'intesa politica andrà ora sul tavolo degli ambasciatori Ue al Coreper come 'punto senza discussione' il 10 aprile per poi approdare sul tavolo del Consiglio Ecofin il 12 aprile, quando si chiuderà l'iter legislativo. Una volta entrate in vigore le norme, l'Italia e gli altri Paesi avranno due anni di tempo per preparare, supervisionati da Bruxelles, piani nazionali di ristrutturazione, ovvero tabelle di marcia per indicare la via che intendono seguire per centrare gli obiettivi.

In Italia, fin dalla sua presentazione, la proposta ha alimentato un'aspra polemica soprattutto per l'assenza di finanziamenti da parte Ue e per gli standard minimi di prestazione energetica. Secondo il relatore dell'Europarlamento, l'irlandese dei Verdi Ciaran Cuffe, anche in Italia le nuove norme Ue saranno un'opportunità per mobilitare finanziamenti per le ristrutturazioni e per l'occupazione locale. 

ECCO TUTTI I PUNTI PRINCIPALI:

* EDIFICI NUOVI - Dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Per quelli di proprietà pubblica la scadenza è fissata al 2028.

* RISTRUTTURAZIONI - Abbandonata l'idea delle classi energetiche armonizzate, almeno il 16% - rispetto al 2020 - degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Per le case si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035. Una promozione che richiede interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari. Obiettivo finale: un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050.

* PANNELLI SOLARI - L'obbligo di installarli riguarderà i nuovi edifici pubblici e sarà progressivo, dal 2026 al 2030. Dovranno inoltre essere attuate strategie, politiche e misure nazionali per dotare di impianti solari gli edifici residenziali.

* CALDAIE A GAS - I Paesi avranno tempo fino al 2040 per dire addio alle caldaie a combustibili fossili, mentre dal 2025 saranno aboliti tutti i sussidi per le caldaie autonome a combustibili fossili. Previsti anche incentivi per incoraggiare il passaggio a sistemi di riscaldamento e raffreddamento alimentati da energie rinnovabili.

* FLESSIBILITA' - Le misure di ristrutturazione adottate dal 2020 saranno conteggiate ai fini dell'obiettivo di efficienza.

* ESENZIONI - I governi potranno esentare gli edifici storici e agricoli, le chiese e i luoghi di culto, gli immobili a uso militare e quelli utilizzati solo temporaneamente.

* ENTRATA IN VIGORE - L'accordo dovrà ora essere confermato dai governi nazionali per poi essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entrare in vigore venti giorni più tardi.

* PIANI NAZIONALI - I Ventisette avranno due anni di tempo per adeguarsi presentando a Bruxelles le loro tabelle di marcia per indicare la via che intendono seguire per centrare gli obiettivi di efficientamento.

* INVESTIMENTI - La Commissione europea stima che entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta energetica del parco immobiliare, ovvero 152 miliardi di euro di investimenti all'anno in più rispetto alle risorse attuali. Non sono previsti finanziamenti dedicati, ma i Paesi potranno attingere ai fondi Ue per sostenere la svolta: tra questi, il Fondo sociale per il clima, il Recovery fund e i Fondi di sviluppo regionale.

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