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L'Ue lancia il futuro delle tlc, 'servono gruppi forti'

L'Ue lancia il futuro delle tlc, 'servono gruppi forti'

Arriva il Libro bianco, ipotesi 'fair share' per le Big Tech

22 febbraio 2024, 23:27

(di Valentina Brini)

ANSACheck

L 'Ue lancia il futuro delle tlc, 'servono gruppi forti ' © ANSA/EPA

I mercati nazionali delle tlc in Europa sono ventisette. Ognuno con le sue peculiarità. Un quadro troppo frammentato che, agli occhi di Bruxelles, rappresenta "un'opportunità economica mancata". Il futuro delle telecomunicazioni continentali parte da un White Paper di quaranta pagine redatto per "spingere gli investimenti" e far emergere "giganti paneuropei più forti che raccoglieranno i benefici di maggiori economie di scala". Una sfida da affrontare per colmare il gap da Stati Uniti, Cina, Giappone e Corea del Sud. E alla quale l'Ue in futuro potrebbe rispondere adottando un approccio meno restrittivo per i progetti di fusione. Anche se, ha frenato la vicepresidente Margrethe Vestager, guardiana della Concorrenza, le megafusioni non sono la risposta a tutti i mali. Nel frattempo, per dare nuova linfa al comparto e assicurare "pari condizioni" per tutti, anche le Big Tech potrebbero dover mettere mano ai portafogli contribuendo con un 'fair share' allo sviluppo delle infrastrutture sulle quali viaggia la loro sterminata mole di dati.

Nella settimana del via libera Ue all'operazione tutta spagnola da 18,6 miliardi di euro tra Orange e la rivale MasMovil, il dibattito sul futuro del comparto tiene banco. Da anni l'industria mette in luce le difficoltà incontrate per investire nelle reti 5G e in fibra, denunciando gli ostacoli incontrati a causa delle rigide regole antitrust. Osservazioni che Bruxelles ha ora trasformato in nuove idee per potenziare l'infrastruttura digitale del Vecchio Continente. Il documento, presentato da Vestager e dal commissario Ue per il Mercato unico, Thierry Breton, apre la strada al futuro Digital Networks Act - sulla scia dei due storici testi gemelli Digital Services Act (Dsa) e Digital Markets Act (Dma) adottati dall'Ue per mettere a freno il far west nel mondo digitale -, con vincoli meno stringenti, più investimenti e potenzialmente più accordi. Una richiesta che i grandi operatori come Telefonica, Orange, Vodafone o Deutsche Telekom avanzano da anni. "La frammentazione del mercato Ue lungo i confini nazionali incide sulla capacità degli operatori di raggiungere la dimensione necessaria per investire nelle reti del futuro", è l'ammissione contenuta nel White Paper. Tuttavia, ha puntualizzato Vestager, "non c'è altra scorciatoia per crescere se non quella di creare un vero mercato unico".

Nel 2022, gli investimenti totali in Europa nelle tlc avevano raggiunto i 59,1 miliardi di euro, ancora lontani secondo le stime di Etno, l'associazione che riunisce i principali operatori europei delle tlc, dai concorrenti americani in termini di spesa pro-capite, nonché di prestazioni e ricavi. E il comparto, con 45 operatori rispetto agli 8 statunitensi e ai quattro cinesi, soffre di una forte pressione concorrenziale. La fibra ora collega il 56% di tutte le famiglie e la copertura 5G è pari all'81%, ma quest'ultimo dato è offuscata dalle prestazioni spesso non complete e dai vuoti nelle aree rurali. A tracciare la strada per spingere gli investimenti sarà la prossima Commissione europea. Ma il White Paper, nelle parole di Vestager, "sarà d'aiuto" sin da ora, come base per una consultazione pubblica appena avviata e che durerà fino al 30 giugno.

A incombere però è la necessità di finanziamenti. Quel che serve, ha scandito Breton, sono "le stesse regole per tutti i giocatori". L'ipotesi di obbligare le major come Google, Meta, Apple e Amazon, ma anche Netflix, a pagare un contributo equo resta sul tavolo. E "data la probabile portata globale" della riforma, il tema dovrà essere affrontato "con tutte le parti interessate". 

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