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Con Callisto anche il Med nella corsa alla cattura della CO2

Con Callisto anche il Med nella corsa alla cattura della CO2

Il progetto ha come referenti Eni e Snam in Italia e Air Liquide in Francia

22 dicembre 2023, 12:08

Redazione ANSA

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Con Callisto anche il Med nella corsa alla cattura della CO2 - RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Ue ha ammesso alla lista europea dei Progetti di Interesse Comune il progetto Callisto per creare un hub per la cattura e lo stoccaggio della CO2 nel Mediterraneo. Mossa che conferma come l’Europa cominci ad essere seriamente interessata alla filiera della Carbon Capture and Storage (CCS), dopo aver inserito la tecnologia tra quelle considerate essenziali nell’iniziativa UE a sostegno delle tecnologie Net-Zero (Net Zero Industry Act). La proposta indica anche un obiettivo: una capacità di iniezione annuale a livello europeo di almeno 50 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030.

Così l’Ue si sta allineando alle raccomandazioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), del gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (IPCC) e di altri organismi internazionali per l’impiego della CCS per il taglio delle emissioni climalteranti di alcuni settori industriali, come già hanno fatto paesi come il Regno Unito, l’Olanda, la Danimarca e la Norvegia. Ulteriore spinta a Bruxelles l’ha fornita l'Inflation Reduction Act degli Usa del 2022, nel quale i progetti CCS godono di importanti agevolazioni fiscali e di fondi per la ricerca e lo sviluppo della tecnologia. Nell’Ue, i Paesi Bassi vogliono creare un grande centro di stoccaggio di CO2 al largo del Porto di Rotterdam, già finanziato con 2 miliardi. Ma anche Belgio, Croazia, Danimarca, Grecia, Germania e Svezia guardano con interesse al settore.

Parlando alle Giornate dei Progetti di Interesse Comune, la Commissaria Ue all’Energia Kadri Simson ha fatto riferimento alla prossima presentazione di un piano di coordinamento europeo per il trasporto della CO2. La CCS é basata su tecnologie mature e consolidate, ma la sua applicazione in chiave di decarbonizzazione delle attività industriali è relativamente recente, e necessita quindi di opportuni strumenti normativi e di sostegno per supportare il mercato nella sua fase emergente. Il recente accordo sui termini principali del modello economico tra Eni ed il Dipartimento per la Sicurezza Energetica e Net Zero (DESNZ) del Regno Unito rappresenta un passo importante verso la piena operatività di HyNet North West (progetto nella baia di Liverpool, di cui Eni è operatore) come primo esempio al mondo di modello “Regulated Asset Based” in ambito CCS.

 

Catturare, trasportare e stoccare la CO₂
CCS è l’acronimo di Carbon Capture and Storage. Prevede la cattura della CO2 emessa dagli impianti industriali e il suo stoccaggio permanente in formazioni rocciose sotterranee. Nel caso di Callisto, verranno utilizzati i giacimenti di gas esausti nell’offshore dell’Adriatico, gli stessi che per milioni di anni hanno contenuto il gas naturale, e che una volta convertiti al nuovo uso cesseranno ogni attività produttiva.

La CCS è un processo sicuro e maturo, e l’IPCC nel recente rapporto del 2023 l’ha definita una tecnologia “imprescindibile” per centrare gli obiettivi climatici globali. Per questo motivo c’é un crescente interesse verso questo processo tecnologico da parte degli emettitori industriali, che la vedono come una soluzione sicura ed immediatamente applicabile per le proprie ambizioni di decarbonizzazione. Questo vale in particolare per tutti quei settori industriali detti “hard to abate”, per i quali ad oggi non esistono soluzioni altrettanto efficaci ed efficienti. Ne sono un esempio i cementifici, le acciaierie e gran parte della chimica.

 

Callisto
Callisto ha l'obiettivo di sviluppare una catena del valore della CCS nell’Europa sud-occidentale, focalizzandosi sulla decarbonizzazione delle aree industriali italiane, a partire da quella di Ravenna e Ferrara, e dell’area di Fos-Marseille, in Francia. Il progetto ha come referenti Eni e Snam in Italia e Air Liquide in Francia. L’iniziativa è inoltre promossa da altre 16 aziende operanti nei cluster industriali interessati. Il progetto fa leva sulla grande capacità di stoccaggio dell'hub CCS di Ravenna, stimata in oltre 500 milioni di tonnellate, e mira a sviluppare il più grande network nel Mediterraneo per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio di CO2, offrendo una soluzione di decarbonizzazione rapidamente percorribile per le industrie del Sud Europa.

 

L’hub di Ravenna
Il sito di stoccaggio in cui le emissioni di anidride carbonica saranno immagazzinate si trova al largo della costa di Ravenna, dove verranno adibiti a questo scopo i giacimenti di gas esauriti dell’Adriatico. Per essere convertiti in siti di stoccaggio della CO2, questi stessi giacimenti cesseranno totalmente la loro attività produttiva di gas naturale. La prima fase del progetto diventerà operativa all’inizio del 2024 con l’iniezione di 25 mila tonnellate l’anno di anidride carbonica, catturata dalla stazione di compressione Eni di Casalborsetti. La fase industriale prevede una capacità di stoccaggio di 4 milioni di tonnellate l’anno con un potenziale di oltre le 16 milioni di tonnellate negli anni successivi al 2030. Ravenna, la cui storia è legata all’industrializzazione e allo sviluppo energetico dell’Italia, potrà così consolidare il proprio rilievo strategico, accogliendo progetti di fondamentale importanza come, ad esempio, il rigassificatore e l’impianto eolico offshore per affrontare in modo efficace le sfide dell’attuale trilemma energetico: raggiungere la sostenibilità ambientale garantendo al contempo la sicurezza energetica e l’equità dell’accessibilità alle fonti energetiche.

L’Hub di Ravenna partecipa anche al progetto europeo HERCCULES, supportato dalle competenze di Eni e di altri partner e coordinato dal Laboratorio Energia e Ambiente Piacenza (LEAP). L’obiettivo del progetto, che è stato premiato con un finanziamento del programma Horizon Europe, è quello di applicare tecnologie innovative di cattura delle emissioni a cementifici e termovalorizzatori, utilizzando poi i giacimenti di Ravenna come sito di stoccaggio permanente dell’anidride carbonica. Tramite questo tipo di progetti la Comunità Europea intende promuovere l’applicazione della CCUS anche in regioni del sud Europa ad elevata densità industriale.

 

I progetti CCS di Eni nel Regno Unito
Eni ha raggiunto una posizione di primo piano nel Regno Unito, dove è l'operatore delle attività di trasporto e stoccaggio di CO2 del progetto di HyNet North West che contribuirà a trasformare uno dei distretti industriali più emissivi del Paese in uno dei primi cluster industriali a basse emissioni di CO2 al mondo. L’avvio è previsto nel 2027, con una capacità di stoccaggio annua di circa 4,5 milioni di tonnellate di CO2.

Eni, inoltre, ha da poco ottenuto una seconda licenza di stoccaggio per il giacimento di gas esaurito di Hewett. Tramite questa nuova licenza Eni intende sviluppare un secondo progetto CCS nell’area di Bacton, finalizzato a decarbonizzare le regioni del sud-est dell’Inghilterra e dell'estuario del Tamigi. Complessivamente i due progetti di HyNet North West e Bacton hanno una capacità di stoccaggio di circa 500 milioni di tonnellate di CO2. I due progetti consentiranno di preservare migliaia di posti di lavoro e di favorire investimenti in nuove filiere industriali, contribuendo così alla creazione di nuove opportunità di impiego oltre a fornire un contributo significativo agli obiettivi di decarbonizzazione del Regno Unito.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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