"La risposta della Commissione
europea sulle petizioni presentate oggi al Parlamento europeo in
merito al mancato adempimento alla normativa europea di alcune
misure del governo italiano tra cui quella sullo 'scudo penale'
per l'ex-Ilva è oltraggiosa e offende i tarantini". Lo ha
dichiarato l'eurodeputata del gruppo Greens/Efa al Parlamento
europeo, Rosa D'Amato, a margine dell'audizione in Parlamento
europeo di quattro petizioni sul mancato allineamento del
decreto "salva-Ilva" alla normativa europea, sulle mancate
bonifiche, sul mancato ottenimento del certificato di
prevenzione incendi e sul mancato rispetto della normativa
sull'amianto nello stabilimento tarantino.
Resta insufficiente per l'eurodeputata l'impegno della
Commissione europea ribadito in aula di monitorare i
provvedimenti che le autorità italiane sono chiamate ad adottare
nell'ambito della procedura di infrazione aperta nel 2013 per
allinearsi alla direttiva sulle emissioni industriali. "La
Commissione non ha nessuna soluzione e non vuole deferire il
governo italiano alla Corte di giustizia dell'Unione europea: la
risposta è arrivata dai cittadini, che hanno dimostrato con i
dati scientifici che i picchi di benzene a Taranto sono
pericolosi nonostante l'impianto non lavori a pieno regime", ha
aggiunto. Tutti i gruppi parlamentari sono ora chiamati a unirsi
all'appello da lanciare alla Commissione per agire a livello
giudiziario contro l'Italia.
"Il decreto che ha stabilito l'immunità penale va contro le
direttive europee e contro il principio 'chi inquina paga'", ha
continuato D'Amato. "L'unica risposta è arrivata dai cittadini
tarantini e dalle associazioni dei genitori dei bambini vittime
dell'inquinamento dell'impianto, con il ricorso al Tribunale di
Milano che a sua volta ha chiesto un parere alla Corte di
giustizia europea", ha sottolineato.
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