"E' un grave segnale di allarme che le istituzioni Ue devono cogliere, reagendo con rapidità ed efficacia: l'impatto della crisi energetica è infatti potenzialmente devastante per il rischio di de-industrializzazione, che innescherebbe una spirale depressiva trascinando con sé, a cascata, filiere e posti di lavoro in tutta Europa. Occorre agire su due fronti. Anzitutto dobbiamo impedire la frantumazione del mercato unico dell'energia, che è necessario rafforzare. In secondo luogo servono massicci investimenti nelle reti dei gasdotti per importare il metano e distribuirlo in Ue", prosegue Salini.
"Gli Stati membri resistano all'illusione di affrontare i problemi con provvedimenti nazionali tampone. Sono infatti necessari acquisti europei condivisi, un fondo Ue contro la crisi energetica e un meccanismo del prezzo del gas efficace nel tutelare famiglie e imprese. Inoltre è indispensabile dare la precedenza agli investimenti nella rete infrastrutturale del gas, aumentando la capacità Ue di importazione trans-frontaliera e di connessione intra-europea, in particolare da sud verso nord e da ovest verso est", conclude l'eurodeputato.
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