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Intesa Ue sugli imballaggi, ma si preannuncia battaglia

Intesa Ue sugli imballaggi, ma si preannuncia battaglia

Urso: 'La legge si può migliorare sui prodotti monouso, far convivere riciclo e riuso'

09 marzo 2024, 14:02

Redazione ANSA

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Intesa Ue sugli imballaggi, ma si preannuncia battaglia © ANSA/EPA

Si può salvare l'insalata lavata e tagliata pronta in busta e gli imballaggi per il take away. Ma non la plastica monouso attorno a frutta e verdura fresche se non trasformate: dovranno sparire dall'Ue dal 2030, assieme alle singole confezioni monouso per alimenti e bevande in vendita per il consumo in bar e ristoranti. Addio dal 2030 anche ai mini shampoo e campioncini vari negli alberghi. Sono alcuni degli elementi dell'intesa raggiunta il 4 marzo tra i negoziatori del Consiglio Ue e del Parlamento europeo, per la riforma sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggi. Resta comunque confermato l'obiettivo ambizioso posto sin dall'inizio dalla Commissione europeo nella proposta di regolamento di arrivare a un calo dei rifiuti da imballaggio del 5% entro il 2030, del 10% nel 2035 e del 15% entro il 2040.

I temi più sensibili della riforma sono previste deroghe agli obiettivi per il riuso degli imballaggi per bevande di almeno il 10% entro il 2030: gli Stati membri potranno concedere una deroga di cinque anni se ad esempio al 2025 verrà superato del 5% l'obiettivo sul riciclaggio. Gli obiettivi sul riuso al 2040 saranno poi indicativi. Saranno poi esentate le microimprese e gli operatori potranno raggrupparsi fino a cinque distributori finali per raggiungere gli obiettivi sul riuso delle confezioni per le bevande. Quanto all'insalata in busta 'salvata', sembra a una prima lettura che faccia parte delle possibili esenzioni che sono consentite agli Stati membri "se ci sia un bisogno dimostrato di evitare spreco di acqua, di freschezza o rischi microbiologici, ossidazione" eccetera. Nel testo finale, poi, sul divieto dal 2030 alla plastica monouso per le singole confezioni di frutta e verdura sotto gli 1,5 chili spunta poi la dicitura "non processate". Le nuove norme Ue prevedono restrizioni sul contenuto di Pfas sugli imballaggi a contatto con gli alimenti. Arrivano anche limiti allo spazio vuoto degli imballi per indurre un confezionamento raggruppato (si fissa un rapporto massimo di spazio vuoto del 50% negli imballaggi raggruppati, per il trasporto e per il commercio elettronico). Scatterà invece un obbligo per le imprese di asporto di offrire ai clienti la possibilità di portare con sé i propri contenitori da riempire con bevande fredde o calde o cibi pronti, senza alcun costo aggiuntivo. Entro il 2030, le attività da asporto dovranno offrire il 10% dei prodotti in formati di imballaggio idonei al riutilizzo. La produzione di imballaggi e la gestione dei rifiuti di imballaggio genera un fatturato totale di 370 miliardi di euro nell'Ue. Negli ultimi dieci anni, la quantità di rifiuti di imballaggio è aumentata di quasi il 25% e si prevede che aumenterà di un altro 19% entro il 2030 se non verranno intraprese azioni concrete. Entro il 2030 è previsto un aumento del 46% dei rifiuti di imballaggio in plastica. 

Dopo l'intesa provvisoria però non si place la disputa. E gli effetti dell'intesa andranno compresi a una lettura più attenta. Il regolamento è ancora nel mirino di alcuni Paesi ancora contrariati e della stessa Commissione europea, scontenta di alcuni elementi inseriti nel compromesso ancora da approvare in via definitiva. "Siamo riusciti già a modificare tanto rispetto al dossier iniziale, anche grazie alla posizione unitaria degli europarlamentari italiani. Riteniamo che si possa ulteriormente migliorare il testo, per esempio per quanto riguarda l'imballaggio dei prodotti monouso", ha scandito il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine del Consiglio Ue Competitività. "Siamo stati più bravi in Europa a realizzare un'economia circolare con il riciclo. Oggi vogliono cambiare le carte in tavola e non è possibile: dobbiamo far convivere il riciclo e il riuso" e "su questo abbiamo allargato il consenso", ha sottolineato il ministro. Sulla stessa linea del titolare dell'Ambiente, Gilberto Pichetto, secondo il quale le modifiche apposte finora "non bastano a salvaguardare l'intera filiera" italiana "soprattutto con riferimento alle disposizioni che limiterebbero l'esportazione dei prodotti versi Paesi terzi". 

Nella visione della Commissione il nodo è soprattutto l'inserimento della cosiddetta 'clausola specchio', un principio di reciprocità per cui qualsiasi parametro sui materiali per gli Imballaggi in vigore sul territorio dell'Unione europea dovrebbe valere anche per le importazioni dai Paesi extra-Ue. "Ci sono discussioni in corso all'interno della Commissione sulla posizione da adottare", ha detto un portavoce dell'esecutivo Ue. 

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