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Bruegel, troppa frammentazione nel Piano industriale green

Bruegel, troppa frammentazione nel Piano industriale green

Prossima settimana il think tank pubblicherà un confronto tra Green Deal e I.R.A. americano

10 febbraio 2023, 13:04

Redazione ANSA

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Bruegel, aiuti del Piano industriale green Ue troppo frammentati - RIPRODUZIONE RISERVATA

La peggiore immagine che si può dare agli investitori è quella della frammentarietà e della confusione. Ecco perché per rispondere agli aiuti pubblici dell'Inflation Reduction Act americano l’Ue non deve cominciare una corsa ai sussidi contro gli Usa e men che meno accettare di contrapporre al principio del "Buy American" uno del “made in Europe”, ma risolvere due problemi collegati, “uno di pubbliche relazioni e l’altro di burocrazia”. Così il fellow di Bruegel David Kleimann sintetizza l’analisi che nei prossimi giorni il think tank brussellese pubblicherà sul confronto tra Inflation Reduction Act americano e Piano industriale del Green Deal europeo.

Le principali criticità del piano Ue, ha detto Kleimann partecipando a un webinar della European Climate Foundation sono “la frammentazione tra aiuti di Stato e vari programmi, mancanza di trasparenza circa il sostegno effettivo a specifici settori e attività economiche, e mancanza di un marketing degli investimenti”. Se facciamo un paragone tra Ue e Usa, ha aggiunto, “il volume di sussidi non è così diverso, è diversa la struttura perché quelli americani sono veri e proprio sussidi alla produzione, certo più distorsivi per il commercio globale e per i partner”.

Kleimann raccomanda all’Ue di rifuggire dalla tentazione di un approccio “made in Europe” per contrapporsi al “buy american” di Washington. La strada è ridurre la burocrazia, con norme comuni per gli appalti verdi, riduzione dei tempi dei permessi per le rinnovabili per abbassare i costi dell’elettricità, una riforma dei sussidi come orizzonte della politica commerciale globale.

Secondo Kleimann molti dei problemi europei nascono dalla “incapacità di presentare le risorse a disposizione in modo aggregato, coerente e semplice, e di renderle disponibili in modo predittivo per un periodo di 10 anni, e questa incapacità funziona anche da pubblicità negativa per gli investitori”.

All’evento della European Climate Foundation hanno partecipato Céline Domecq, di Volvo, Domien Vangenechten, di E3G, Judith Kirton-Darling della sigla sindacale paneuropea Industriall e Suzana Carp di Cleantech for Europe.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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