BRUXELLES - Artisti e musicisti guadagnano poco o nulla dalla propria musica diffusa in streaming. Lo scrive in una nota Itsright, società indipendente che gestisce i diritti connessi degli artisti, riportando i risultati di un sondaggio realizzato nell'ambito della campagna #PayPerformers per chiedere agli stati Ue di riconoscere un'equa remunerazione degli artisti dalle piattaforme di streaming. Secondo i dati raccolti, il 41% degli artisti, interpreti e esecutori italiani dichiara di non ricevere alcun compenso per la propria musica diffusa in streaming, mentre il 25% dichiara di percepire una somma che varia da 1 a 100 euro. E questo nonostante lo streaming si confermi una delle principali modalità di utilizzo della musica (+26% nel 2019 per il mercato italiano), sostiene Itsright.
"È una battaglia di giustizia per tutti, soprattutto per i musicisti e gli interpreti che oggi godono di minori tutele anche se danno un contributo artistico imprescindibile ai successi ampiamente diffusi in streaming", ha osservato il musicista jazz Paolo Fresu. In queste settimane il Senato sta discutendo il recepimento della direttiva copyright e Itsright chiede al Parlamento di approvare gli emendamenti che introducono il diritto a un'equa retribuzione "per lo streaming digitale, così come avviene già da tempo, tra l'altro, per gli artisti del cinema", ha detto Gianluigi Chiodaroli, presidente di Itsright. "Si tratta, di fatto, di introdurre nel nostro ordinamento un nuovo diritto, seguendo le indicazioni della Direttiva europea sul Copyright".