E' vero che i satelliti in orbita causano inquinamento luminoso?
Sì, possono riflettere la luce solare

Redazione ANSA
02 agosto 2023 - 16:16
E' vero che i satelliti in orbita causano inquinamento luminoso? © Ansa

Cosa verifichiamo
L’orbita terrestre è sempre più affollata. Sono quasi 5.000 i satelliti della costellazione Starlink per l’Internet globale già lanciati dalla compagnia privata SpaceX di Elon Musk, di cui più di 4.500 attualmente operativi. Numeri impressionanti destinati ad aumentare ancora, perché SpaceX continua a lanciare nuovi satelliti con una cadenza quasi settimanale: ha infatti l’autorizzazione a dispiegarne 12.000 e ha già presentato domanda per altri 30.000. E questa costellazione non è l’unica: se ne stanno aggiungendo molte altre, come quella della compagnia britannica OneWeb, da 600 satelliti, e quella di Amazon, che ha ottenuto il via libera per schierare oltre 3.000 satelliti. Senza contare poi le mega-costellazioni sovvenzionate da Stati Uniti, Europa, Cina e Russia, e agli innumerevoli satelliti già in orbita per l’osservazione della Terra, le previsioni meteo, la navigazione satellitare e le telecomunicazioni. Quali effetti possono avere sulle osservazioni astronomiche?


Analisi
Sono sempre più numerosi gli appelli lanciati dagli astronomi a difesa dell’oscurità della notte, un patrimonio immateriale che andrebbe salvaguardato per le generazioni future. Per la prima volta nella storia dell’umanità, infatti, l’osservazione del cielo rischia di essere stravolta dalla vertiginosa crescita dei satelliti in orbita. “Ancor prima dell'inizio dell'era delle mega-costellazioni satellitari, gli oggetti spaziali contribuivano con una quantità extra di luce allo zenit pari al 10% del presunto livello di fondo naturale”, scrivono sulla rivista Nature Astronomy i ricercatori guidati da John C. Barentine, dell’Università dello Utah.

Negli ultimi anni, poi, “le mega-costellazioni sono diventate una minaccia sempre più seria per l'astronomia. Stiamo assistendo a una trasformazione drammatica e forse semipermanente del cielo notturno che non ha precedenti nella storia”. A causa dell'aumento dell'inquinamento luminoso, “non ci sono quasi più luoghi remoti sulla Terra che abbiano tutti i requisiti necessari per installare un osservatorio astronomico”, sottolinea Fabio Falchi, presidente dell’associazione CieloBuio e ricercatore dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell'Inquinamento Luminoso (Istil).

Inoltre, “la maggior parte dei telescopi da tre metri e più opera sotto cieli notturni che superano il limite massimo di interferenza da parte della luce artificiale che viene considerato accettabile dall’Unione Astronomica Internazionale”. Ormai il problema è tale da guastare anche le osservazioni dei telescopi in orbita attorno alla Terra, come Hubble: dall’analisi di oltre 100.000 immagini catturate dal celebre telescopio negli ultimi 20 anni, è emerso che quasi tre su cento sarebbero state rovinate dal ‘photobombing’ delle costellazioni satellitari. Lo studio, pubblicato sempre sulla rivista Nature Astronomy, dimostra che le immagini acquisite nel 2009 (prima dell'inizio dei lanci di Starlink) avevano una probabilità del 3,7% di contenere tracce di satelliti, mentre nel 2021 (con 1.562 Starlink in orbita) la probabilità è salita al 5,9%, un valore destinato ad aumentare ancora nei prossimi anni. In questo scenario, l’Unione astronomica internazionale (Iau) ha deciso di agire su due fronti: quello politico, portando la questione all’Onu, e su quello economico, aprendo un confronto con le compagnie private che realizzano e lanciano satelliti.

Conclusioni
I satelliti in orbita causano dunque inquinamento luminoso. Possono infatti riflettere la luce solare interferendo con l’osservazione del cielo. FONTI: Nature Astronomy International Astronomical Union (Iau) SpaceX Jonathan McDowell (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics)

Fonti
Nature Astronomy
Astronomical Union (Iau)
SpaceX
Jonathan McDowell (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics)

Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Il Fact-check è uno strumento dell'agenzia ansa contro la disinformazione
Offriamo informazioni utili contro le falsità che circolano attraverso la rete

I nostri team fanno del loro meglio per consultare tutte le domande che ci vengono sottoposte. Lavoriamo per rispondere alle richieste e proposte che ci pervengono sulla base di diversi criteri e ci riserviamo il diritto di operare una selezione tra tutte le richieste dando priorità a quelle più rilevanti e interessanti per il pubblico. Riteniamo che i reclami fantasiosi, infondati, offensivi, minacciosi o chiaramente derivanti da un'azione coordinata di spam non richiedano una nostra risposta. Per consentirci di rispondere a una richiesta di verifica, il messaggio o la dichiarazione su cui si richiede di indagare devono alludere a fatti o dati. Non verifichiamo opinioni o, in genere, affermazioni su eventi non ancora accaduti.

Informativa privacy

(*) Tramite il modulo è possibile inviare informazioni su possibili errori nei fact check ANSA

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.