Dal 2012 al 2022 le attività di
commercio al dettaglio ad Aosta sono diminuite da 474 a 360 e
parallelamente è cresciuto il numero di alberghi, bar e
ristoranti (+10,275%). Secondo i dati forniti da Confcommercio,
i negozi di prodotti alimentari sono calati dai 29 del 2012 ai
22 del 2022, fuori dai centri storici da 19 a 12. I ristoranti
del centro storico sono passati da 63 a 66 mentre i bar da 67 a
59; in periferia sono passati da 65 a 53.
Ermanno Bonomi, presidente Ascom Aosta, commenta: "Il rischio
di non riavere i nostri centri storici come li abbiamo visti e
vissuti prima della pandemia è, dunque, molto concreto e questo
significa minore qualità della vita dei residenti e minore
appeal turistico". "I numeri però - interviene Graziano
Dominidiato, presidente Fipe Confcommecio Vda - vanno analizzati
da più sfaccettature e da diversi punti di vista. E' bene
precisare che i fattori colpevoli di eventuali chiusure possono
essere molteplici. Non è sufficiente la volontà di aprire per
realizzare un sogno imprenditoriale".
Per scongiurare "la desertificazione e arginare un'eventuale
emorragia di chiusure delle attività" anche in Valle d'Aosta
Confcommercio prospetta i 'Distretti del commercio'. "I
cosiddetti Duc - commenta Adriano Valieri, direttore generale
Confcommercio Vda, rivolgendosi anche al neo assessore regionale
al Commercio, Giulio Grosjacques - vedono coinvolti enti
pubblici, cittadini, imprese e formazioni sociali a fare rete
con l'obiettivo comune di fare del commercio una fonte di
innovazione e valorizzazione delle risorse dell'area
interessata".
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