La Commissione sanità
dell'Assemblea legislativa, presieduta da Eleonora Pace, si è
riunita a palazzo Cesaroni per discutere di "Sistema Integrato
di educazione e istruzione per l'infanzia fino a sei anni di
età", "Interventi per rafforzare la rete dei servizi per
anziani", "Progetto globale delle persone con lesione midollare
e funzionamento dell'unità spinale unipolare".
Durante l'audizione sul disegno di legge di iniziativa della
Giunta regionale "Sistema Integrato di educazione e istruzione
per l'infanzia fino a sei anni di età", a cui hanno partecipato
rappresentanti del gruppo di lavoro costituito da Anci, Comuni
umbri e sindacati della scuola, è stato riportato - riferisce la
Regione - l'apprezzamento per le modifiche apportate al testo
iniziale, recepite dal Consiglio delle autonomie locali e poi
inserite in un maxi emendamento predisposto da Palazzo Donini.
Soprattutto per quanto riguarda le previsioni relative ai
bambini con bisogni educativi speciali, il sostegno della
presenza di educatori di sostegno e i percorsi formativi
specifici per il personale educativo coinvolto. Resterebbero
ancora alcune criticità legate all'allineamento tra
accreditamento e autorizzazione delle strutture private e alla
previsione della presenza del coordinatore pedagogico.
Rispetto alla mozione del consigliere Andrea Fora (Patto
civico) "Non lasciamoli soli: interventi per rafforzare la rete
dei servizi per anziani, l'adeguamento delle tariffe delle
strutture sanitarie e socio sanitarie, il rafforzamento
dell'assistenza domiciliare integrata e la formazione degli
operatori", rinviata in Commissione dall'Aula di Palazzo
Cesaroni nella seduta del 12 settembre, è stato deciso di
convocare una audizione con i direttori delle Asl, l'assessore
regionale e i rappresentanti del Terzo settore.
La proposta di legge dei consiglieri Paola Fioroni e Stefano
Pastorelli (Lega) relativa al "Progetto globale delle persone
con lesione midollare e funzionamento dell'unità spinale
unipolare nel servizio sociosanitario umbro" è stata illustrata
ai commissari dalla prima firmataria: "Le persone con lesioni
traumatiche vertebro-midollari - ha spiegato - rientrano spesso
nel complesso quadro del politrauma con il coinvolgimento di più
organi e distretti, costituendo un esempio della necessità di un
intervento multidisciplinare tipico dei modelli assistenziali
che si realizzano in strutture a valenza multidisciplinare. Per
la persona politraumatizzata si deve garantire il trattamento
immediato, completo e definitivo secondo il principio dell'unità
di tempo, di luogo e di azione".
"Pertanto - ha detto Fioroni - anche l'unità spinale, nella
misura in cui il paziente traumatizzato vertebro-midollare
risulta essere statisticamente con incidenza sempre crescente un
plurilesionato, dovrebbe condividere un'organizzazione di tipo
multidisciplinare. La competenza assistenziale degli operatori
che lavorano in una unità spinale deve necessariamente
ampliarsi: le conoscenze tecniche, la cultura specifica, che
comprendono tutto l'arco del divenire patologico della lesione
midollare, devono costituire il bagaglio professionale
dell'intera équipe che condivide l'operatività nell'unità
spinale.
Nella dimensione dipartimentale dell'unità spinale gli operatori
non possono ignorare le conseguenze che per la persona comporta,
nel tempo, la perdita delle funzioni autonome, della motilità
volontaria, della sensibilità e degli aspetti relativi all'area
psico-sociale. Tra le più tangibili criticità che si evidenziano
nei servizi socio-sanitari regionali nell'affrontare un fenomeno
complesso come quello della condizione di salute che può
risultare da una lesione al midollo spinale, vi è la carenza di
risorse e organizzazione dell'offerta sanitaria dedicata alle
persone con lesione midollare. Persone che, per la natura stessa
della patologia, sono caratterizzate da bisogni assistenziali
elevati che richiedono un intervento complesso ed articolato
all'interno di strutture sanitarie specificatamente dedicate al
trattamento ed alla cura della lesione spinale".
"Dal punto di vista dell'appropriatezza dell'intervento,
l'unità spinale così come definita dalle linee guida
ministeriali per le attività di riabilitazione e come da
standard europeo - ha ricordato ancora - è la struttura
all'interno della quale si completano tutte le fasi del percorso
riabilitativo e nella quale è garantita l'integrazione tra tutte
le attività specialistiche contemplate nel percorso di cura e
riabilitazione. Obiettivo della fase di emergenza e soccorso è
la stabilizzazione e il trasporto del paziente verso il presidio
ospedaliero appropriato, sede di Dea di Il livello e dotato di
Centro traumi di alta specializzazione (Cts) e con unità spinale
in sede.
L'unità spinale funzionalmente collegata al Cts deve disporre
di posti letto dedicati in grado di garantire un livello di
assistenza sub-intensiva.
L'obiettivo della fase ospedaliera successivo alla fase di
emergenza è garantire una risposta pronta, personale competente
e tecnologie diagnostico-terapeutiche adeguate al Cts.
Fondamentale è anche l'implementazione di una Rete di servizi
territoriali collegati con l'unità spinale che provveda alla
presa in carico con continuità del paziente cronico, prevedendo
percorsi assistenziali e strutture atte a garantire la qualità
della vita della persona con lesione al midollo spinale anche in
seguito alle dimissioni ospedaliere".
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