(ANSA) - PERUGIA, 16 MAG - L'Assemblea legislativa
dell'Umbria ha respinto la mozione presentata dai gruppi di
minoranza che chiedeva all'Esecutivo regionale di "sollecitare
il governo a mettere in campo azioni volte a estromettere la
tutela della salute dalle materie su cui le Regioni possono
avere autonomia, chiedendo altresì che l'eventuale attuazione
del regionalismo differenziato in sanità venga gestita con
equilibrio, colmando innanzitutto il gap strutturale tra Nord e
Sud del Paese, modificando i criteri di riparto del fabbisogno
sanitario nazionale e aumentando le capacità di indirizzo e
verifica dello Stato sulle Regioni".
L'atto di indirizzo - spiega una nota della Regione - faceva
riferimento alla "bozza del Ddl Calderoli per l'attuazione
dell'autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario,
pensata per modificare il quadro delle competenze attribuite
alle Regioni".
"Ci saranno Regioni - è stato evidenziato - in cui verranno
garantiti livelli base e altre che, grazie a maggiori
disponibilità economiche, potranno andare ben oltre i Lep. A
parità di patologia avremo Regioni che si potranno permettere di
dare cure ed assistenza adeguata, potendosi permettere di pagare
la differenza fra il costo standard della prestazione minima e
il costo totale di una cura appropriata, e altre no. Tutto ciò
comporterà una sperequazione e una palese discriminazione dei
cittadini su base territoriale: le Regioni come l'Umbria, in
alcuni casi dovranno decidere se interrompere le cure in corso o
mettere a carico dei malati i costi eccedenti senza contare che
non è da prendere in considerazione l'ipotesi di autorizzare le
singole aziende sanitarie a coprire gli stessi costi eccedenti
mettendoli in bilancio visto lo squilibrio ad oggi esistente in
Umbria, quantificato in oltre 250 milioni". (ANSA).