Nell'ampio programma dei lavori
della Seconda Commissione di mercoledì, predisposto dal
presidente Valerio Mancini e coordinati da palazzo Cesaroni dal
vicepresidente Vincenzo Bianconi, è stata trattata anche una
mozione promossa dal capogruppo Pd, Simona Meloni, concernente
il "prezzo del latte e misure di sostegno agli agricoltori
umbri".
L'atto, dopo essere stato discusso lo scorso 9 novembre in
Aula era stato rinviato in Commissione per essere ulteriormente
approfondito.
Tra le novità emerse nel corso dell'audizione, alla quale
hanno preso parte dirigenti e tecnici regionali, oltre ai
rappresentanti di Coldiretti, Cia, e Confagricoltura, quella
della istituzione di un tavolo regionale, presieduto
dall'assessore Roberto Morroni e convocato per il prossimo 7
dicembre, al quale prenderanno parte tutte le associazioni di
categoria, oltre a quelle della distribuzione, della
commercializzazione e della trasformazione.
Nell'illustrazione dell'atto, Simona Meloni - riferisce un
comunicato della Regione - ha ribadito le "difficoltà che sta
vivendo il settore della zootecnia che, anche più di altri, ha
subito le conseguenze negative della pandemia. Quella legata al
prezzo del latte non rappresenta soltanto una criticità della
nostra regione, ma lo è a livello nazionale. Il prezzo del latte
è ormai fermo da circa 20 anni, in Umbria si attesta su un
prezzo medio di 42 centesimi/litro, cifra che non garantisce la
tranquillità economica agli allevatori, i quali stanno vivendo
una crisi che pone anche il problema del mantenimento stesso
degli animali. Si rischia il fallimento di un intero settore,
molto importante per l'economia regionale. Il nostro compito è
quello di non mettere a rischio la qualità e la specificità del
prodotto. Dobbiamo cercare di incentivare i consumi, in questo
caso del latte fresco made in Umbria. Questa Assemblea
legislativa si è sempre dimostrata sensibile sul tema del
'prodotto umbro', ma poi è necessario dare seguito al tutto con
provvedimenti adeguati e concreti. In Umbria il comparto
dell'agricoltura conta il 2 per cento del pil, il patrimonio
bovino, ovino e caprino ammonta a 108mila capi, con 3.400
allevamenti e circa 2.100 aziende. Gli allevatori dell'Umbria
hanno bisogno di azioni concrete e lungimiranti".
Giovanna Saltalamacchia (dirigente regionale-servizio
Agricoltura sostenibile, servizi fitosanitari): "rispetto al
prezzo del latte, nella prima decade di novembre, è stato
siglato un protocollo di intesa tra il ministero, le principali
associazioni legate alla trasformazione del prodotto, le
associazioni dei grandi distributori e le associazioni agricole
con l'obiettivo di portare un aiuto agli allevatori. Quello
siglato è un protocollo aperto ed il ministero ha ottenuto
l'impegno dei partecipanti per mettere in campo azioni per la
valorizzazione e l'incremento degli acquisti del latte e suoi
derivati prodotti con latte cento per cento italiano".
"È stato anche riconosciuto un incremento economico da
corrispondere, da parte della grande distribuzione - ha
continuato - alla filiera della trasformazione che a sua volta
lo rimette ai singoli produttori. Su questo aspetto e per
discutere le problematiche del comparto lattiero caseario
l'assessore Roberto Morroni ha istituito un tavolo tecnico,
convocato per il prossimo 7 dicembre, al quale prenderanno parte
tutte le associazioni di categoria, oltre a quelle della
distribuzione, della commercializzazione e della trasformazione.
L'argomento principale in trattazione sarà quello di valutare la
possibilità di adottare anche in Umbria il protocollo
sottoscritto dal ministero, ma verranno anche discussi altri
aspetti come la promozione dei prodotti della filiera. Verranno
anche valutati interventi da prevedere nell'ambito della nuova
programmazione comunitaria".
I rappresentanti di Coldiretti, Cia e Confagricoltura -
prosegue il comunicato - hanno sottolineato la drammaticità
della situazione del settore del latte e dei suoi derivati
puntando il dito sugli aumenti dell'energia e delle materie
prime agricole. Importante è stata anche definita la misura
regionale sul benessere animale che prevede comunque interventi
(2 centesimi/litro) a favore degli allevatori. Di assoluta
rilevanza la convocazione di un tavolo regionale.
Agabiti (Coldiretti), dopo aver sottolineato l'importanza del
protocollo d'intesa sottoscritto al ministero, ha auspicato che
un aumento del prezzo al consumo vada direttamente
all'allevatore. "Il primo settore per produzione, in Umbria, è
quello zootecnico. È urgente intervenire - ha osservato - per
salvare ogni stalla".
Il presidente Cia, Matteo Bartolini ha espresso critiche
rispetto al contenuto del protocollo di intesa ministeriale
perché "non prevede il giusto prezzo verso i produttori. Un
accordo che prevede l'impegno degli allevatori a mantenere quote
di produzione mensili e se ci fossero eccedenze il prezzo
scenderebbe di 60 euro ogni mille litri. Non c'è il potere
contrattuale degli allevatori. Sono necessarie misure per
coprire le insostenibilità di natura economica per lo sviluppo
dell'azienda. L'aumento dell'energia e delle materie prime sta
mettendo a dura prova i produttori".
Matteo Pennacchi (Confagricoltura) ha, tra l'altro, auspicato
"una salda collaborazione intorno al previsto tavolo regionale a
tutela del settore zootecnico e di chi produce latte, ma questo
incontro andava fatto un anno fa".
Il presidente Mancini ha sottolineato come alla politica
spetti "il compito e la responsabilità di mettere in sicurezza
un sistema produttivo, come quello agricolo, vitale per
l'Italia. Bisogna intervenire con assoluta urgenza a livello
nazionale. Non si possono soltanto attendere le risorse del
Pnrr, c'è bisogno urgente di azioni concrete per la
sopravvivenza del settore".
Il vicepresidente Vincenzo Bianconi ha definito "centrale e
da anni attuale" il tema posto dalla collega Meloni. "La non
sostenibilità economica che vive il comparto - ha detto - e che
ultimamente si è aggravata rende tutto particolarmente
difficile. Anche la Regione ha perso tempo".
Sulla predisposizione di una proposta di risoluzione si è
detta d'accordo la stessa Meloni. "Bene il tavolo regionale - ha
osservato - poiché si tratta di una delle mie proposte. Ma
servono anche analoghe iniziative a livello nazionale ed
europeo".
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