(ANSA) - PERUGIA, 02 FEB - Non solo Alfredo Cospito, a
Milano, ma sono "numerosi" anche nelle carceri dell'Umbria i
detenuti che ricorrono allo sciopero della fame per rivendicare
quelli che considerano i loro diritti. Così come sono piuttosto
frequenti le richieste di intervento che arrivano da quelli al
41bis al Garante regionale per le persone sottoposte a misure
ristrettive Giuseppe Caforio. Un quadro che traccia rispondendo
all'ANSA. Senza volere entrare nel merito della vicenda
dell'anarchico.
"Quello allo sciopero della fame è un diritto e come tale va
rispettato - ha detto Caforio - ma purché non metta in pericolo
la vita del detenuto. Lo Stato non può consentirgli di arrivare
fino alla morte e ha gli strumenti per intervenire. Il
trattamento sanitario obbligatorio alimentare è uno di questi".
In Umbria le carceri di Spoleto e Terni ospitano circa 150
detenuti al 41bis. Diversi quelli che chiedono l'intervento del
Garante.
"Si rivolgono a noi - ha spiegato Caforio - soprattutto per
questioni sanitarie e le istanze sono cresciute nel post
pandemia. E' difficile curare patologie importanti come può
essere un tumore in quel regime di detenzione e altrettanto
complicato è un trasferimento in ospedale. Per Matteo Messina
Denaro, ad esempio, si è dovuto creare una stanza per la
chemioterapia in carcere". Caforio ha quindi rilevato come il
cosiddetto carcere duro preveda "un isolamento totale a 360
gradi". "E' di fatto un altro sistema carcerario - ha aggiunto -
con i detenuti in stanze, controllati in audio e video 24 ore su
24 da un corpo speciale della polizia penitenziaria. Nulla può
uscire all'esterno". Il Garante umbro si è quindi soffermato
sull'Istituto del 41bis. "E' una forma di detenzione che ha
funzionato per certi reati - ha detto - ma ha sollevato diversi
dubbi e critiche, da organizzazioni umanitarie internazionali,
in termini di civiltà giuridica. E' stata fatta usa scelta, di
usarlo per debellare certi fenomeni gravi come mafie e
terrorismo". Secondo Caforio, avvocato e giurista, però,
"portato all'eccesso in termini di durata confligge con la
funzione rieducativa che deve avere la pena". "Ci sono dei
correttivi che potrebbero essere attuati - ha concluso - magari
introducendo sistemi di verifica dopo lunghi periodi di
applicazione del 41bis". (ANSA).
Garante, anche in Umbria tanti detenuti in sciopero fame
"Frequenti richieste intervento da 41bis" dice Caforio
