"Avete scelto un bel titolo per
questo incontro che mi permetto di citare come invito
all'impegno attivo: 'Giovani e lavoro. Un cantiere che non
ammette ritardi'. È proprio così: sono troppi anni che parliamo
della disoccupazione giovanile. Dobbiamo cercare di chiudere
questo cantiere nel più breve tempo possibile e inaugurare un
nuovo edificio. Un edificio in cui i nostri ragazzi e le nostre
ragazze possano veramente sviluppare la loro personalità e,
soprattutto, essere i protagonisti del mondo di oggi e della
società del futuro". E' quanto ha affermato il cardinale
Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di
Perugia, intervenendo all'incontro promosso dalla Pastorale
sociale e del lavoro dell'archidiocesi a Compignano di
Marsciano.
"L'assenza di lavoro (o il suo opposto, l'idolatria del
lavoro) svilisce l'animo umano - ha detto ancora il cardinale -
e porta molti giovani alla rassegnazione, all'umiliazione e alla
perdita di speranza".
Entrando nel merito del rapporto giovani e lavoro, il
cardinale Bassetti - riferisce una nota dell'archidiocesi - ha
parlato delle vicende lavorative "non moralmente accettabili",
riferendosi, ha detto, "ad esempio, alla pratica dei lunghi
tirocini gratuiti; oppure ad alcune forme di collaborazione con
remunerazioni discutibili; ad alcuni orari di lavoro troppo
impegnativi; e infine, nel caso delle donne, a quella sottile
condizione di ricatto morale, più o meno esplicita, che si viene
a creare in alcune situazioni lavorative in caso di gravidanza".
"Abbiamo un grande obiettivo che, come avrebbe detto La Pira,
è direttamente ispirato dal Vangelo: costruire un mondo del
lavoro - ha auspicato Bassetti - che sappia valorizzare appieno
il talento dei nostri giovani e che possa permettere di
armonizzare la vita familiare con quella lavorativa. Per fare
tutto questo, occorre costruire in definitiva una società più
giusta. Una società che sappia coniugare lo sviluppo economico
del nostro Paese con le legittime aspirazioni dei nostri
ragazzi".
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