L'Organizzazione internazionale per
la protezione degli animali (Oipa) torna a criticare il
presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti,
ribadendo che "prima annuncia il radiocollaraggio di mamma orsa
e ora invece la vuole morta per un falso attacco" e "continua a
non mettere in atto prassi efficaci per cautelare residenti,
turisti e categorie produttive attraverso azioni d'informazione
e prevenzione: campagne d'educazione, recinti elettrificati,
corridoi faunistici".
Nel ricordare che Fugatti ha chiesto "il parere all'Ispra per
l'abbattimento di F36, l'orsa che per difendere il suo piccolo
da escursionisti poco prudenti ha messo in atto un cosiddetto
'falso attacco'" e che "uno dei due uomini si è ferito
fuggendo", il presidente dell'Oipa, Massimo Comparotto, auspica
che "l'Ispra si opponga a questo ennesimo attacco alla fauna di
un presidente probabilmente più interessato ai consensi di chi
non attua i corretti comportamenti nelle zone popolate dai
grandi carnivori che a difendere la biodiversità, come anche
detta l'articolo 9 della Costituzione". "Da parte nostra -
aggiunge - continueremo a portare avanti azioni legali a difesa
degli orsi e dei lupi trentini certi che la corretta
applicazione di leggi e regolamenti possano salvare questi
meravigliosi animali da una persecuzione tanto spietata".
L'Oipa mette a confronto un caso della Regione Abruzzo: "Non
solo inosservanza del provvedimento del sindaco, ma anche
maltrattamento di animali. Sono queste le ipotesi di reato che
la Procura della Repubblica di Sulmona contesta a un 61enne per
avere inseguito e filmato l'orsa Bambina lo scorso 27 giugno a
Roccaraso. Chissà se in quest'ultima situazione il presidente
Fugatti avrebbe imputato all'orsa di essersi avvicinata troppo
all'uomo per poi emanare un ordine di cattura", chiosa
sarcasticamente la ong, che per capire l'esatta dinamica del
falso attacco del 30 luglio ha inoltrato alla Provincia di
Trento una istanza di accesso agli atti.
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