Creare sinergie e strategie comuni al fine di superare le principali criticità del settore: è questo l'obiettivo dei Progetti integrati di filiera (Pif), uno degli strumenti del Programma di sviluppo rurale (Psr) della Toscana per stimolare l'aggregazione, rafforzare l'innovazione agricola e rispondere alle sfide del comparto. Il cuore dei Pif è l'Accordo di filiera, un vero e proprio contratto triennale firmato dalle parti, che regola obblighi e responsabilità reciproche per il raggiungimento degli obiettivi.
Ad oggi la Regione Toscana ha emanato tre bandi Pif: il primo nel 2015 indirizzato a tutte le filiere agroalimentari e forestali, il secondo nel 2017 aperto solo alle filiere agroalimentari e il terzo, sempre nel 2017, dedicato solo alla filiera forestale.
Con il bando del 2015 sono stati finanziati 37 Pif, che hanno prodotto investimenti per quasi 160 milioni a fronte di una importo di contributi erogati per circa 70 milioni. Le imprese partecipanti sono state oltre 800 e la filiera maggiormente interessata è stata quella vitivinicola, per un importo complessivo di investimenti di oltre 73 milioni e di contributi di circa 30 milioni. Tra gli interventi realizzati, oltre all'ammodernamento delle dotazioni aziendali, anche investimenti per l'innovazione in agricoltura, per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per la gestione delle foreste.
Il secondo bando sta finanziando 25 progetti che producono investimenti per oltre 93 milioni a fronte di una importo di contributi richiesti per oltre 41 milioni. Le imprese coinvolte sono 600 e le filiere interessate sono quella olivo-oleicola, cerealicola, bovina e ovi-caprina. La scadenza del Pif agroalimentare e dei relativi interventi è prevista nel 2020.
Infine, il terzo bando è rivolto esclusivamente al comparto forestale per finanziare i produttori forestali primari, le imprese di utilizzazione forestale, le imprese di trasformazione e di commercializzazione forestali ed enti pubblici. I progetti ammessi a finanziamento sono stati 5 per un importo di contributi richiesti di circa 6,2 milioni di euro a fronte di investimenti per oltre 13 milioni.