Sessanta grandi tele, lavori su carta
e libri d'artista, eseguiti con pigmenti vari, inchiostri, chine
e scintillanti polveri metalliche, a comporre forme solide e
piane, lastre di colore tagliate dalla luce. Sono i protagonisti
della personale di Vincenzo Scolamiero, intitolata 'Del silenzio
e della trasparenza' in mostra dal 27 novembre al 9 gennaio al
Palazzo Pubblico a Siena. Sotto le volte medievali del
Magazzino del sale, si alterneranno le opere dell'artista romano
il cui tema centrale è rappresentato dal dialogo tra musica,
poesia e pittura. Le note e le rime impastate con pennellate di
oro e rame. Frutto dell' incontro di Scolamiero con la musica
di alcuni grandi compositori contemporanei - tra gli altri,
Birtwistle, Ades, Reich, Adams e certa musica minimalista o
liturgica, oltre al suo amato Luigi Nono, cui è dedicata una
sezione - e con diversi poeti ai quali si aggiungono alcune
recenti scoperte, come le liriche del premio Nobel Louise Glück.
In mostra anche il risultato di una nuova sperimentazione
dell'artista, l'uso cioè delle polveri lamellari utilizzate nei
laboratori di restauro e doratura, che danno vita a ori rosati,
arancio e grigi. L'oro è l'elemento centrale che nel Palazzo
Pubblico, accende un dialogo con il passato, rendendo omaggio
all'illustre scuola senese. Alle tele si aggiunge la
produzione di tre cicli di libri d'artista, altro esempio di
commistione tra lessico musicale o poetico ed espressione
figurativa. Gli esemplari sono frutto della collaborazione con
il poeta Milo De Angelis - da cui sono state realizzate 12 opere
uniche - e con la compositrice Silvia Colasanti, dallo scambio
con la quale ne sono uscite sette del tipo partitura/pittura.
Un terzo libro d'artista è stato commissionato dalla
Federazione Unitaria Scrittori Italiani per il settimo
centenario della morte di Dante Alighieri. La mostra è
presentata dal Comune di Siena, ideazione e cura inner room -
Siena, ed è realizzata in collaborazione con l'Accademia
Musicale Chigiana di Siena, la Galleria Edieuropa QUI arte
contemporanea di Roma, e con il patrocinio dell'Accademia di
Belle Arti di Roma e del Museo d'Arte Contemporanea Roberto
Bilotti Ruggi d'Aragona di Rende (CS).
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