A Firenze arriva la prima mostra
antologica dedicata al fotoreporter Sergej Vasiliev, premiato
cinque volte con il World press photo. Oltre ai tatuaggi dei
criminali russi, per cui è noto, la mostra propone scene di
ordinaria quotidianità, ma anche di eventi straordinari, di
trasformazioni del corpo. L'esposizione sarà dal 23 giugno al 4
ottobre, al Semiottagono delle Murate. Promosso
dall'Associazione Amici del Museo Ermitage insieme a Mus.e,
Murate Art District, Museo Sergej Vasiliev a Čelyabinsk,
realizzato con il contributo di Fondazione Cr Firenze e in
collaborazione con Murate Idea Park, il percorso espositivo,
curato da Marco Fagioli e ideato da Jan Bigazzi sul modello
panottico dell'ex carcere femminile, rende omaggio al
giornalista che con la sua fotocamera ha documentato la vita nei
Kolchoz, lungo le strade, e ancora oggi si distingue per l'alta
qualità del linguaggio fotografico e la varietà dei temi
trattati. Un repertorio di circa 70 immagini in bianco e nero,
scattate tra gli anni Ottanta e i primi Novanta intorno a
Čelyabinsk, città ai piedi degli Urali con più di un milione di
abitanti, dove nel 1957, tenuta segreta fino alla Glasnost,
un'esplosione provocò una catastrofe nucleare peggiore di
Chernobyl.
Come sottolineato dall'assessore alla cultura del Comune di
Firenze Tommaso Sacchi si tratta di "una mostra davvero
originale e senza filtri su decenni di storia russa".
"Secondino, giornalista e fotoreporter, Sergej Vassiliev osserva
la società russa con grande acume e con una costante attenzione
al corpo", ha sottolineato Valentina Gensini, direttore
artistico di Mad. Per il presidente dell'Associazione Amici del
Museo Ermitage Francesco Bigazzi "questo evento è un ulteriore
traguardo importante", il curatore della mostra Fagioli ha
evidenziato "l'occhio vergine di Vasiliev, che vede la realtà
sovietica fuori dai miti, dai luoghi comuni".
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