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Fmr si prepara a festeggiare il
solstizio d'estate con la sesta edizione della nuova collana
riedita da poco più di un anno, come da desiderio, prima della
sua morte, di Franco Maria Ricci. E per festeggiare, grazie
all'ospitalità dell'Accademia Nazionale dei Lincei, "la rivista
più bella del mondo" ha scelto Villa Farnesina per celebrare "i
colori dell'antico" e ricevere un ospite d'eccezione, il premio
Nobel Orhan Pamuk, l'autore della rubrica "Il signor PA va al
museo". Mr Pa torna infatti sulle pagine della rivista "delle
meraviglie" con una nuova esplorazione tra i capolavori ospitati
dal Metropolitan Museum di New York: l'occhio dello scrittore, e
del suo alter ego ispirato dalla stessa prospettiva del Palomar,
a sua volta alter ego di Calvino, cade questa volta sul Ragazzo
Rosso, di Goya. L'attenzione al dettaglio per decifrare il
tutto, la passione per il colore, l'analisi quasi psicologica
del soggetto, sono ancora una volta le coordinate che il Signor
Pa regalerà al lettore per accompagnarlo alla scoperta
dell'opera. "Sono uno scrittore visuale" dice di sé Pamuk
raccontando di essere nato in una famiglia di ingegneri civili,
professione a cui lui stesso sembrava essere destinato, se
quella sua "passione per il colore" non l'avesse invece convinto
a tentare la strada dell'architettura prima di cedere alla vera
passione, quella della scrittura. "Ho ucciso il pittore che era
in me per la scrittura" ma quella passione, dice, gli è rimasta
dentro sia nella sua inclinazione a "visualizzare le immagini
per tradurle in scrittura", sia nel grande amore per i musei. La
stessa del signor Pa, che guarda caso riporta la stessa sillaba
iniziale di Giovanni PAolo PAnini, il pittore, e architetto,
autore delle "vedute", dipinti di gallerie di quadri che a loro
volta contengono viste di Roma. Panini era stato il soggetto del
primo articolo di (Mr) PAmuk su Fmr ma anche, racconta lo
scrittore, la scintilla che ha fatto schioccare la felice
collaborazione con la rivista, complice un suo "poster" del
pittore settecentesco e una collezione di finti Fmr scopiazzati
da un editore di Istanbul. "Mi piacevano i dipinti di Panini
perché parlano di musei e gallerie. E io voglio parlare dei
musei, delle persone che vanno ai musei, dell'esperienza che
provoca l'essere in un museo" dice l'autore del Museo
dell'innocenza. "Cosa ci accade quando andiamo in un museo? E
soprattutto, perché ci andiamo?" : è l'interrogativo del Signor
Pa con cui Pamuk condivide anche l'attenzione per il dettaglio:
"spesso i suoi occhi non si focalizzano sulla scena centrale del
dipinto ma nei dettagli minori, nei colori, o in quel
particolare che ti fa riaffiorare immagini che sono nella tua
memoria. Sono questi gli argomenti che mi interessano e che
condivido con Mr Pa: sono fortunato ad averlo incontrato e per
questo ho deciso di continuare a scrivere le sue avventure. E di
scriverne molte altre...."
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