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Il 14 dicembre scorso: Vialli lascia la nazionale, 'devo curarmi'

Il 14 dicembre scorso: Vialli lascia la nazionale, 'devo curarmi'

Annuncia stop da capo delegazione. Gravina, 'torneremo insieme'

ROMA, 06 gennaio 2023, 14:43

Redazione ANSA

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Un nuovo, duro, passaggio per Gianluca Vialli e la sua lotta contro il tumore che lo perseguita da anni, e che affronta con coraggio e sincerità.
    Stamani, in una nota, il campione e capodelegazione degli Azzurri ha annunciato che sospende i suoi impegni professionali per "utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia".
    Una decisione presa "al termine di una lunga e difficoltosa 'trattativa' con il mio meraviglioso team di oncologi", scrive Vialli ai suoi tifosi ed estimatori "in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio".
    Al drammatico annuncio ha subito risposto il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, secondo cui Vialli "è un protagonista assoluto della Nazionale italiana e lo sarà anche in futuro. Grazie alla sua straordinaria forza d'animo, all'Azzurro e all'affetto di tutta la famiglia federale, sono convinto tornerà presto. Può contare su ognuno di noi, perché siamo una squadra, dentro e fuori dal campo".
    Era stato proprio lui, nel novembre 2018, a rivelare significativi progressi dopo la diagnosi di un cancro, un intervento chirurgico e il trattamento successivo. "Sto meglio - aveva raccontato - ma sono curioso di come andrà a finire".
    Quando l'anno successivo venne chiamato all'incarico federale, definì il suo male "un compagno di viaggio indesiderato", aggiungendo poi che "devo andare avanti a testa bassa, senza mollare mai, sperando che si stanchi e mi lasci vivere ancora per tanti anni".
    E non c'è dubbio che un ruolo importante lo abbia giocato la sua presenza accanto a Roberto Mancini, e la sua forza morale nello staff azzurro, nella vittoria della nazionale ai Campionati europei dello scorso anno. L'abbraccio e il pianto liberatorio tra i due ex 'gemelli del gol' sampdoriani al termine della finale di Wembley resta un'immagine a suo modo storica.
    Dopo quel trionfo Vialli si era eclissato, non era andato a Roma per i festeggiamenti di Euro 2020 ma aveva preferito rimanere a Londra con la famiglia, recandosi poi in pellegrinaggio al Santuario della Beata Vergine della Speranza di Grumello, in provincia di Cremona.
    In moltissime apparizioni pubbliche e sui media, Vialli ha sempre fatto riferimento alla malattia, e all'eventualità della morte: "La malattia - aveva detto ad Alessandro Cattelan in un programma su Netflix - non è esclusivamente sofferenza: ci sono momenti bellissimi. La vita, e non l'ho detto io ma lo condivido in pieno, è fatta per il 20% da quello che ti succede ma per l'80% dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. E la malattia ti può insegnare molto. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro...". Ora lo attende un altro sforzo, e tutti lo attendono di nuovo.
   

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