Aleksandar Vucic, il presidente serbo protagonista del lungo braccio di ferro con Pristina nella crisi nel Kosovo, ha un passato da ultranazionalista e estremista di destra a fianco del defunto uomo forte jugoslavo Slobodan Milosevic, del quale fu ministro dell'informazione alla fine degli anni Novanta. Con gli anni, Vucic ha notevolmente smorzato i toni assumendo posizioni molto più moderate e decisamente filoeuropeiste che lo hanno reso figura centrale del percorso di integrazione europea della Serbia, il Paese più grande e popoloso fra i sei dei Balcani occidentali che aspirano all'adesione alla Ue. Ma il suo passato di acceso nazionalismo, pur molto diluito, non è del tutto scomparso, e caratterizza per certi versi l'attuale politica ferma e assertiva del leader serbo, una sorta di nazionalpopulismo diretto a fare della Serbia una piccola potenza regionale nello spazio ex jugoslavo e dei Balcani occidentali. Pur convinto della necessità strategica di una piena integrazione di Belgrado nell'Unione europea, Vucic non rinuncia tuttavia a preservare strette relazioni di alleanza e amicizia con Russia e Cina, mantenendo rapporti di stima e ammirazione con i rispettivi leader Vladimir Putin e Xi Jinping. Invocando gli interessi nazionali della Serbia, a cominciare dall'apppoggio sul Kosovo e dalle forniture energetiche a prezzi di favore, Vucic si rifiuta ostinatamente di aderire alle sanzioni occidentali contro Mosca per l'intervento armato in Ucraina, sollevando a Bruxelles critiche e sospetti sulle sue reali convinzioni europeiste. Critiche che riguardano al tempo stesso i suoi stretti rapporti di amicizia con il premier ultraconservatore ungherese Viktor Orban. Abbandonato nel 2008 l'estremismo e l'ultranazionalismo del Partito radicale serbo (Srs), Vucic fu tra i fondatori in quell'anno del Partito del progresso serbo (Sns), una forza moderata conservatrice, aperta al dialogo politico e favorevole all'integrazione del Paese nell'Unione europea. Tale partito, alla cui guida Vucic è rimasto per molti anni, si è andato via via affermando nel Paese quale principale forza politica, vincendo largamente tutte le ultime consultazioni elettorali. Nell'ultima Assemblea generale dell'Sns il 27 maggio scorso Vucic si è fatto da parte lasciando la guida del partito a Milos Vucevic, suo fedelissimo, attuale vicepremier e ministro della difesa. Lo scorso anno Aleksandar Vucic è stato rieletto al primo turno alla presidenza per un secondo mandato quinquennale. Sulla questione del Kosovo Vucic è fermo nel respingere l'indipendenza di Pristina, e ritiene che il dialogo facilitato dalla Ue debba concludersi con un accordo di compromesso fra Belgrado e Pristina, che tenga conto innanzitutto delle richieste di sicurezza per la popolazione serba in Kosovo. Garanzie di sicurezza che Vucic vuole estendere a tutte le altre comunità serbe della regione. Figura gigantesca, è alto quasi 2 metri, Vucic (53 anni) è sposato con la seconda moglie Tamara con la quale ha avuto un figlio, Vukan. Altri due figli, Danilo e Milica, li aveva avuti con Ksenija, la prima moglie morta nel gennaio 2022. Con fama da stakanovista e piglio da 'primo della classe', Vucic è grande tifoso della Stella Rossa di Belgrado e estimatore di vini di qualità.
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