Quasi un terzo degli italiani, il 26%, ha subito una violazione della propria identità digitale e il 71% prenderebbe in considerazione strumenti di protezione assicurativa per far fronte a tali rischi. E' quanto emerge dalla ricerca di Ipsos presentata oggi, 'Violazione dell’identità digitale, comportamenti adottati e rischi percepiti', su tre paesi Italia, Francia, Germania su un campione rappresentativo della popolazione nazionale. I benefici del progresso tecnologico e scientifico superano i rischi per il 40% di italiani e tedeschi e per il 30% dei francesi. Ma circa un terzo degli intervistati dichiara di aver subito una violazione dell’identità digitale come accesso fraudolento al proprio profilo social o finanziario o furto di foto digitali. Un dato che, in lieve crescita rispetto alle rilevazioni passate, comporta una crescente consapevolezza di una maggiore esposizione ai rischi e anche la messa in atto di comportamenti per tutelarsi contro questi rischi. Dalla ricerca emerge la convinzione che le misure di protezione autonome (fornire solo dati obbligatori, non pubblicare foto online, il controllo dell’attività online dei minori) siano sufficienti a garantire una forma di tutela, e a una riduzione della probabilità di potenziali frodi. Ma nel momento in cui si presenta la possibilità di stipulare una polizia per proteggere i propri dati, la risposta è del 70%. “Il crescente utilizzo del web e delle piattaforme digitali da parte degli italiani comporta una sempre maggiore consapevolezza dei rischi per gli utenti", commenta Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos Italia. “Emerge l’esigenza di proteggersi da tali rischi, soprattutto fra i più giovani, il ruolo e valore dei professionisti del settore è ancora in fase di consolidamento. Gli individui dovrebbero essere aiutati a comprendere che la scelta di affidarsi a forme di copertura assicurativa è lo strumento più efficace per tutelarsi da situazioni potenzialmente rischiose".
In collaborazione con:
Wallife