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Mattarella ricorda le vittime del terrorismo, anche i fratelli Mattei

Mattarella ricorda le vittime del terrorismo, anche i fratelli Mattei

Presidente cita violenze, dagli anarchici a neofascisti e brigatisti

ROMA, 09 maggio 2023, 12:30

Redazione ANSA

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La targa che ricorda i fratelli Mattei - RIPRODUZIONE RISERVATA

La targa che ricorda i fratelli Mattei - RIPRODUZIONE RISERVATA
La targa che ricorda i fratelli Mattei - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Desidero, pertanto, fare espressa memoria di alcune vittime, delle quali ricorrono anniversari significativi. Vi sono, tra questi, nomi più o meno noti. Ma che dimostrano, tutti insieme, quanto sfrontata e minacciosa sia stata la sfida recata allo Stato e alla convivenza civile da parte della violenza ammantata da ideologia". Con queste parole il presidente della Repubblica, parlando al Quirinale in occasione del Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo, ha elencato una serie di uccisioni politiche tra le quali anche quella dei fratelli Mattei a Roma.
    "Ricorre quest'anno - ha elencato il capo dello Stato - il cinquantesimo della morte dell'agente di polizia Antonio Marino, di appena 22 anni, già ricordato da Benedetta Tobagi, ucciso con una bomba a mano a Milano da appartenenti al gruppo neo-fascista "la Fenice". Nello stesso 1973 morirono, bruciati vivi nel rogo di Primavalle, Stefano e Virgilio Mattei, di 22 e 8 anni, figli di un esponente del Movimento Sociale Italiano, alla cui casa fu appiccato il fuoco da esponenti di Potere Operaio. A maggio dello stesso anno, avvenne per mano anarchica la strage davanti alla Questura di Milano, che costò la vita a Felicia Bartolozzi, di 60 anni; a Gabriella Bortolon, di 23 anni; a Federico Masarin di 30; a Giuseppe Panzino, di 63; provocando inoltre 52 feriti.
    Quarant'anni fa, nel gennaio del 1983, le Brigate Rosse rapirono la vigilatrice del reparto femminile del Carcere di Rebibbia, Germana Stefanini, uccidendola con un colpo alla nuca dopo un processo farsa.
    Il mese dopo, sempre a Roma fu ucciso l'attivista del Fronte della Gioventù, Paolo Di Nella, colpito alla testa mentre stava affiggendo manifesti per chiedere l'espropriazione di Villa Chigi: un omicidio ferocemente rivendicato da Autonomia Operaia.
    Ricordo ancora, con commozione, il Presidente Sandro Pertini, che - ha aggiunto Mattarella - si recò al Policlinico, dove era ricoverato, in coma irreversibile, Paolo Di Nella, per portare la sua solidarietà e compiere un gesto di pacificazione, rivolto ai giovani di opposte fazioni che, nelle nostre città, erano rimasti irretiti nella rete nefasta della violenza e della vendetta.
    Nel luglio di quello stesso anno, l'appuntato in congedo dei Carabinieri Giovanni Bosco fu assassinato in Sardegna dal Movimento Armato Sardo per aver testimoniato in tribunale sui legami tra terroristi e criminalità organizzata. Ricorrono trent'anni dai gravissimi attentati, di matrice terroristico-mafiosa, di Via dei Georgofili a Firenze e di Via Palestro a Milano. Le vittime di Firenze furono i coniugi Fabrizio Nencioni e Angela Fiume, con le loro figlie Nadia, di 9 anni, e Caterina di appena 50 giorni; e Dario Capolicchio. E a Milano: Carlo La Catena, Sergio Pasotto, Stefano Picerno, Alessandro Ferrari e Moussafir Driss. Stragi ancora in cerca di verità e giustizia.
    Venti anni fa, a Castiglione Fiorentino, il Sovrintendente della Polizia ferroviaria, Emanuele Petri, fu ucciso in servizio dai capi delle Nuove Brigate Rosse Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, ritenuti responsabili degli omicidi di Massimo D'Antona e di Marco Biagi". 
   

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